Rinnovabili

Zaratti: “Regione ha scelto strada diversa da nucleare”

“In merito alla notizia dei sopralluoghi che sono stati svolti nei giorni scorsi sul sito Enel di Montalto di Castro da parte di Enel stessa e del Presidente di Edf (Elecrticitè de France) per verificare la possibilità di realizzazione di una centrale nucleare, intendo esprimere la mia più netta contrarietà a questo metodo. – afferma Filiberto Zaratti, Assessore all’Ambiente e Cooperazione tra i Popoli della Regione Lazio – La Regione Lazio si è pronunciata più volte in maniera netta contro la realizzazione di centrali nucleari sul proprio territorio, sia per la loro inutilità, sia in funzione del fatto che sta ancora pagando l’eredità nucleare degli anni passati, con il decomissioning della centrale di Borgo Sabotino e di quella del Garigliano, ai confini tra Lazio e Campania”.
“Questi sopralluoghi forzano anche i tempi “istituzionali” di chi vorrebbe il nucleare. Infatti il “Decreto Sviluppo” che dovrebbe riaprire all’energia atomica in Italia è a oggi fermo al Senato, e la qualificazione nucleare di un sito come Montalto di Castro, inoltre, è ancora quella realizzata quaranta anni fa, con metodologie antiquate e obsolete. – continua Zaratti – In questo senso parlare, come fa il Presidente di Edf, di “sito interessante” è quantomeno prematuro”.
“La Regione Lazio ha scelto una strada diversa dal nucleare: quella delle rinnovabili e dell’efficienza energetica, fonti che consentono di non ipotecare pesantemente il futuro dei cittadini e dei territori. – conclude Zaratti – Le nuove centrali nucleari che vorrebbe realizzare il Governo, infatti, oltre a essere inutili sul fronte dell’economicità dell’energia elettrica, come dimostrano i continui rialzi, giunti a oltre il 50%, dei costi di costruzione degli unici due reattori Epr in via di realizzazione al Mondo in Francia e in Finlandia, rappresentano anche una servitù pesantissima sul fronte temporale. Tra costruzione, periodo di funzionamento e smantellamento, infatti, si può arrivare facilmente a cento anni se non di più, come dimostra l’esperienza della Gran Bretagna, dove l’Autorità per lo smantellamento delle centrali nucleari ha pianificato in un documento ufficiale la fine delle operazioni relative allo smontaggio della prima centrale britannica, entrato in funzione nel 1956 e chiuso nel 2003 dopo 47 anni di funzionamento, nell’anno 2115: per un totale di 156 anni di servitù nucleare”.

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