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WWF: l’insostenibile impronta ecologica della Cina

Il paese già oggi consuma più del doppio di quanto i suoi ecosistemi riescano a fornire ed il World Wide Fund for Nature lancia l’allarme “Alla Cina servirebbe un’altra Cina per soddisfare la sua domanda

In attesa delle Olimpiadi l’attenzione mondiale si sta riversando sui livelli di inquinamento di Pechino, che giorno dopo giorno riempie le pagine dei quotidiani con preoccupanti campanelli d’allarme e annunci di nuove contromisure. Ma cosa accadrà dopo l’assegnazione delle medaglie? Se lo chiede il WWF Cina, che in questi giorni ha pubblicato in partnership con il Global Footprint Network il Rapporto sull’Impronta ecologica della Cina. Commissionato dal China Council for International Cooperation on Environment and Development e disponibile sul sito “www.globalfootprint.org”:www.globalfootprint.org , il documento manda un messaggio chiaro: oggi l’impronta ecologica della popolazione cinese è di 1,6 “ettari globali”(gha – Global Hectare), ovvero 1,6 ettari di terreno biologicamente produttivo per soddisfare, in media, i fabbisogni dello stile di vita di un singolo abitante. Ciò pone la Cina al 69° posto, per grandezza, fra le impronte ecologiche delle 147 nazioni in cui è stata misurata. E al secondo posto nella classifica dei consumi, utilizzando il 15% della biocapacità totale mondiale. “E’ come se la Cina avesse bisogno dell’equivalente di “due Cine” per provvedere ai suoi consumi e assorbire i suoi materiali di scarto. Per la Cina è l’impronta del carbonio a incidere fortemente, costituendo circa la metà dell’impronta ecologica totale della nazione. Il 75% della produzione elettrica dipende dal carbone: continuando con questi trend, le stime prevedono che dal 2025 la Cina sarà il principale inquinatore di gas serra al mondo”. Nonostante gli impegni assunti in vista delle Olimpiadi dalle autorità cinesi i risultati ottenuti sono ancora molto scarsi. “Mano a mano che l’economia cinese continua a crescere, cresce anche la domanda di risorse naturali, l’inquinamento dell’aria, del suolo e dell’acqua e l’incremento di co2 nell’atmosfera – sostiene Gianfranco Bologna, Direttore Scientifico del WWF Italia – La Cina, come qualsiasi altro paese al mondo, per perseguire uno sviluppo sostenibile deve avere una chiara conoscenza della quantità di risorse naturali che sta utilizzando. Questo rapporto sull’impronta ecologica della Cina rappresenta il primo tentativo di riunire tutte le informazioni utili a ottenere le conoscenze necessarie e riflette quello che dovrebbe essere l’impegno della Cina a creare una civiltà ecologica”.

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