Secondo la lega mondiale per la conservazione della natura oltre 230 milioni di ettari di foresta potrebbero scomparire entro il 2050
(Rinnovabili.it) – Sarà proprio questo 2011, dichiarato dall’Assemblea generale dell’ONU *Anno Internazionale delle Foreste*, lo sfondo dal quale il *WWF* vuole partire per rinnovare il suo impegno verso la salvaguardia ambientale delle foreste e della biodiversità. Una responsabilità, quella dell’organizzazione mondiale per la conservazione della natura, che si è tradotta nella stesura del “Report Living Forests”:https://wwf.panda.org/what_we_do/how_we_work/conservation/forests/publications/living_forests_report/ in cui vengono analizzate le cause della deforestazione e si identificano le opportunità per passare dal mercato attuale ad un nuovo modello di sostenibilità di cui possono beneficiare governi, imprese e comunità. Le opportunità garantite da un simile modello – secondo quanto traspare dal primo capitolo del Report – non possono che muoversi attraverso un impegno congiunto, a livello mondiale, della politica e delle imprese con lo scopo di assicurare la conservazione delle foreste e della biodiversità.
Lo scenario che il _Living Report_ propone è quindi quello di un’alleanza tra i diversi responsabili politici e alcune imprese mondiali per un *Obiettivo Zero Deforestazione e Degrado Forestale* (ZNDD), ossia la riduzione della perdita di foreste naturali o semi-naturali entro il 2020, (in calo dagli attuali 13 milioni di ettari l’anno), e il mantenimento di questo livello a tempo indeterminato.
Il mancato intervento degli attori politici ed economici, rischierebbe invece di produrre degli effetti devastanti dal punto di vista ambientale: oltre *230 milioni* di ettari di foresta potrebbero scomparire entro il 2050.
Secondo Rod Taylor, direttore del WWF Internazionale Foreste “Stiamo letteralmente ‘sprecando’ le foreste del pianeta e fallendo il tentativo di risolvere questioni politiche fondamentali come la governance e gli incentivi economici capaci di mantenere questi ambienti ancora vitali”.
“Il modello del Living Forests – ha concluso Taylor – mostra che la conservazione dei nostri boschi è possibile – e urgente. Ma non sarà facile.”
Nell’ambito della sopravvivenza delle foreste anche l’Italia gioca un ruolo fondamentale, a causa del suo coinvolgimento nel mercato internazionale del legname e dei suoi prodotti.
L’approvvigionamento italiano del legname secondo il WWF proviene da molti paesi tropicali come Indonesia, Malesia, Congo, Cameroun, Gabon, Brasile, Bolivia, Argentina. Inoltre il Bel Paese è uno dei primi importatori di prodotti legnosi dal bacino del Congo e il primo mercato europeo per il legno camerunense.
Ma a fronte di una presenza così importante nel mercato mondiale del legname, l’Italia resta ancora un paese poco “responsabile” in termini di partecipazione alla sostenibilità del mercato dei prodotti forestali. Basti pensare che ad oggi solo poche imprese che hanno concessioni all’estero hanno avviato il processo di *certificazione FSC* per la buona gestione delle foreste.
“E’ importante passare dalle parole ai fatti acquistando e promuovendo solo prodotti certificati, dalla carta ai mobili, al parquet, prodotti che siano veramente certificati FSC e non solo dichiarati ‘ecologici’.” – ha affermato Massimiliano Rocco, Responsabile Programma Specie, TRAFFIC & Timber trade – “E’ necessario un impegno concreto a promuovere nei bandi di acquisto da parte delle amministrazioni pubbliche principi di sostenibilità, imponendo cioè acquisti di soli prodotti sostenibili e certificati.”
Proprio su questo punto il WWF ha messo a punto una nuova piattaforma web denominata “Imprese per le Foreste”:https://impreseperleforeste.wwf.it/ per la gestione forestale sostenibile il cui obiettivo è accrescere le conoscenze e l’interesse di imprese e stakeholder su temi quali il mercato del legname, la gestione delle foreste e le normative e certificazioni di riferimento, nell’ottica di coniugare economia e conservazione.