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Woyte: l’off-shore ha bisogno di maggiore coesione politica

(Rinnovabili.it) – Il Mar Baltico e il Mare del Nord tra 15 anni potrebbero avere una sviluppata rete elettrica off-shore. Attualmente però i lavori risultano lenti a causa di divergenze politiche da parte delle amministrazioni delle due parti contendenti; a rivelarlo il consorzio ‘OffshoreGrid’ in un rapporto. Il gruppo, formato da otto organizzazioni, ha dichiarato che le società eoliche, gli operatori e gli sviluppatori ritengono essenziale lo sviluppo della rete offshore ma che al momento i politici dei paesi in questione e il Consiglio europeo stanno preferendo il sostegno alle istallazioni già esistenti, senza mettere in campo nuovi progetti.
“Il problema è che il quadro normativo per le interconnessioni e la trasmissione offshore sono molto diversi tra gli Stati membri”, ha riferito Achim Woyte, coordinatore del progetto per OffshoreGrid,.
L’incertezza giuridica e il rischio di investimenti non recuperabili sono ulteriori ostacoli allo sviluppo di una rete offshore. Nella maggior parte dei paesi il quadro normativo non è affatto chiaro: non ci sono dettagli circa il tipo di sostegno che una fattoria eolica off-shore potrebbe ottenere qualora l’azienda, ad esempio, fosse collegata a diversi paesi.
L’offshore ha dalla sua parte il pregio indiscusso di poter facilitare il raggiungimento degli obiettivi di riduzione previsti dal pacchetto 20-20-20, per questo il consorzio ha pubblicato anche una serie di “tre documenti”:https://www.offshoregrid.eu/ relativi ai siti agricoli idonei ad ospitare istallazioni eoliche per la produzione di energia pulita, tra cui una relazione che elenca la potenziale generazione a un anno di distanza e un ultimo studio relativo al settore marino con riferimento all’anno 2030. I documenti saranno presentati in occasione dell’European Wind Energy Conference and Exhibition (EWEC) a Varsavia, 20-23 aprile, e in un workshop che si terrà in Scozia nel giugno 2010.

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