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Windmade, la nuova etichetta per certificare l’energia eolica

(Rinnovabili.it) – E’ l’agenzia di stampa Reuters a riportare la notizia. Un nutrito gruppo di compagnie e associazioni ambientaliste, tra cui il WWF, il Global Compact delle Nazioni Unite, il GWEC e il produttore danese di turbine eoliche Vestas avrebbero intenzione di lanciare una nuova etichetta che identificherà le società e prodotti realizzati con l’energia eolica. Per ora si sa solo che sarà battezzata “Windmade”:https://www.windmade.org e servirà da richiamo a tutti i consumatori eco-coscienziosi che intendono scegliere prodotti rispettosi dell’ambiente. Prima di poter utilizzare il marchio gli imprenditori dovranno superare una prova che attesti il loro utilizzo di energia eolica; in cambio potranno beneficiare di un prezzo superiore a quello di mercato al pari di ciò che attualmente avviene con gli alimenti biologici. Il gruppo tecnico che sta lavorando alla definizione dell’etichetta non ha ancora stabilito i vari dettagli; la certificazione sarà gestita attraverso un’organizzazione non-profit dedicata ad accelerare l’adozione delle fonti energetiche rinnovabili, migliorando la capacità di imprese di comunicare i propri investimenti nell’energia del vento e aumentando la trasparenza degli investimenti aziendali nel settore.
“Con i cambiamenti climatici, il riscaldamento globale e la preoccupazione ambientale, tocca a noi costruire un ponte tra i consumatori e mondo del business”, spiega Ditlev Engel, CEO di Vestas. “Ci auguriamo che questa iniziativa crei un forte elemento di richiamo per i consumatori, accelerando il ritmo di sviluppo dell’energia eolica a livello globale. Gli fa eco Steve Sawyer, segretario generale del Global Wind Energy Council, e CEO ad interim di WindMade: “I governi stanno trascinando i piedi, ma i consumatori vogliono vedere il cambiamento adesso. Il settore privato deve rafforzarsi per fornire le soluzioni di cui abbiamo bisogno per rispondere alla crisi globale dell’energia e del clima. Con WindMade, vogliamo facilitare il cambiamento che il pubblico richiede”.

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