(Rinnovabili.it) – C’è l’impronta ecologica, quella di carbonio o quella dell’acqua, ma da oggi arriva anche quella “del carrello”. Non si tratta di un carrello che sfreccia per le strade o del comparto di movimentazione merci di un’azienda: il carrello in questione è quello “virtuale” della vostra spesa. Se volete sapere quanta CO2 emettete quando andate al supermercato, o meglio, quando mettete nel vostro carrello ogni singolo alimento provate fare il “test messo a punto dal WWF”:https://www.improntawwf.it/carrello/ in collaborazione con l’Università della Tuscia e la II Università di Napoli. Un vero e proprio esame della vostra impronta ecologica che, analizza comportamenti, scelte di consumo, shopper utilizzate, imballaggi e peso, in termini di CO2, della vostra lista. Una semplice ma quanto mai efficace verifica di quanto anche il più comune gesto quotidiano, come quello di riempire il proprio carrello, possa determinare effetti ambientali di cui spesso non siamo consci. Basta “passare alla cassa” per vedere, con grafici e dettagli, quanto, ad esempio, ci costi, in termini di emissioni acquistare pane, latte e relativi imballaggi, ma anche frutta, verdura e carne con un dettaglio che analizza anche quanto incidono in termini percentuali gli incartamenti e le confezioni dei singoli alimenti.
Quella messa a punto dal WWF non è solo una “esercitazione grafica” per visualizzare sommariamente le emissioni del nostro carrello. E’ un progetto di ricerca che si basa sulla nostra dieta mediterranea e analizza gli alimenti preferiti dagli italiani, al contrario di altri studi simili in letteratura che non avevano rilevato le nostre scelte di consumo. Il “Carrello” è stato realizzato in collaborazione con i due atenei italiani e riporta, per i generi alimentari, i dati pubblicati nello studio “Il contributo del settore agro-alimentare italiano nelle emissioni di gas serra”, il primo contributo completo su scala nazionale che analizza il bilancio dei gas serra del settore agro-alimentare italiano.