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Via alla guerra delle cifre Ue-Italia, sul pacchetto-clima

Cifre a confronto. Chi ha fatto i conti giusti? La Prestigiacomo o Dimas? Si apre oggi un tavolo che dovrebbe dirimere la questione aperta da Berlusconi il 15 ottobre scorso

Parte oggi il tavolo tecnico che metterà a confronto la Commissione Ue e l’Italia sulle cifre del pacchetto “energia e clima”. Fonti europee informano che al tavolo parteciperanno direttori generali della Commissione e del ministero dell’Ambiente, oltre ad esperti e tecnici. Lo scontro-trattativa ha le sue origini nelle cifre e valutazioni della Ue che il governo Berlusconi, e il ministro dell’Ambiente per lui, contestano. I conti della Prestigiacomo sono diversi e quindi ha chiesto un confronto, perché, sostiene, il pacchetto comporterebbe per il nostro sistema paese un’incidenza sul Pil dell’1,14%. Invece dai calcoli dei tecnici della Commissione Ue all’Ambiente gli oneri andrebbero tra lo 0,51% e lo 0,66% del Pil.
Quindi o alla Comunità Europea hanno sottostimato le conseguenze per l’Italia, sbagliando al punto di fare previsioni che sono del 50% in meno di quelli che sarebbero i dati reali. O, in alternativa, al ministero della Prestigiacomo hanno sovrastimato l’incidenza sul Pil al punto tale da valutarla circa il 100% in più di quella reale.
E siccome sarà una guerra sui numeri ecco in particolare i dati forniti dalle parti.
I risultati cui sono giunti al ministero dell’Ambiente italiano, l’implementazione del pacchetto avrebbe, in cifre assolute, un costo di 181,5 miliardi di euro in dieci anni, (media annua di circa 18,2 miliardi). Gli uomini del commissario Ue, Dimas, valutano gli oneri dai 9,5 ad un massimo di 12,3 miliardi l’anno.
Intanto il è stato fissato per il 4 dicembre il voto sul “pacchetto clima ed energia”, mentre a fine novembre sono previsti i ‘triloghi’, cioè la concertazione tra Consiglio, Commissione ed Europarlamento, previsti nell’ambito della procedura di co-decisione, per giungere ad un accordo tra le tre istituzioni, sui quattro provvedimenti legislativi di attuazione del pacchetto clima (tre direttive, una decisione). Il compromesso dovrà quindi essere pronto all’inizio di dicembre.
La decisione è stata presa con una votazione che ah visto la maggioranza dei capigruppo di centrosinistra (Pse, Verdi, Liberaldemocratici e comunisti) vincitori contro lo schieramento conservatore (Ppe e Uen), che avrebbe preferito posticipare la discussione al vertice dei capi di Stato e di governo Ue dell’11-12 dicembre. Se la trattativa Prestigiacomo-Dimas non creerà ostacoli a questo programma, l’Europarlamento potrà assumere la propria decisione sul pacchetto clima-energia, prima del suddetto vertice e potrebbe così esercitare un ruolo di pressione in una direzione o in un’altra.