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Vetro dai rifiuti speciali, collaborazione Provincia e università

Vetro dai rifiuti speciali, siano essi fanghi contaminati, amianto o scarti della lavorazione o dello smaltimento del vetro stesso. È l’obiettivo di ricerca che si prefigge la collaborazione di cui si sono poste le basi questa mattina in un incontro a Ca’ Foscari, tra l’assessore all’ambiente della Provincia di Venezia Paolo Dalla Vecchia, i docenti del dipartimento di Scienze molecolari e nanosistemi Emanuele Argese e Emilio Francesco Arsela della Facoltà di Scienze dell’ veneziana, Massimiliano Avela del Coreve (Consorzio Recupero Vetro), Nicola Di Tullio del dipartimento Energia Ambiente dell’Anci (Associazione dei Comuni Italiani) e Nicola Favaro della Stazione sperimentale del Vetro di Murano. All’ordine del giorno la possibilità di sviluppare potenzialità di collaborazione in attività di formazione, informazione e ricerca riguardo alla vetrificazione di matrici altamente contaminate.

«Sul territorio sono presenti infatti almeno 3 milioni di metri cubi di fanghi e altri rifiuti contaminati da cui è possibile trarre vetro – spiega Avela – Ogni anno, inoltre, si riciclano in Italia 1,5 milioni di tonnellate di vetro, di cui però almeno il dieci per cento va perduto in operazioni di lavorazione».

Proprio questi scarti dello stesso riciclaggio, insieme agli scarti di lavorazione, ai rifiuti elettronici aumentati sproporzionatamente con la rottamazione di televisori resi obsoleti dall’avvento del digitale terrestre, oltre che alle bonifiche di suoli industriali, di scorie e ceneri dei termovalorizzatori e di amianto, potrebbero essere la base per una produzione di vetri speciali che ricicli scarti tossici.

«La Provincia ha svolto un ruolo di semplificazione amministrativa – spiega Dalla Vecchia – facendo incontrare i soggetti interessati a questi procedimenti e permettendo di mettere a disposizione il loro know-how al di fuori della complessità dei tavoli nazionali sulle bonifiche».

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