Due ricerche parallele per un obiettivo in comune: creare prodotti ecofriendly che rispettino salute, ambiente e portafoglio
Quando il petrolio si esaurirà, le fonti rinnovabili dovranno poter sostituire efficientemente le materie prime petrolchimiche. Nel caso di pitture e vernici due ricerche parallele sembrano aver già sviluppato un prodotto alternativo privo di solventi tossici. La prima è stata condotta presso l’Istituto di Ricerca per Legno, Klauditz-Wilhelm-Institut (WKI) a Braunschweig con la finalità di creare una vernice per finiture, solubile in acqua e con proprietà identiche a quelle convenzionali attualmente in vendita, resistenza ai graffi e ai composti chimici. Il prodotto si basa sul composto chimico 1,3-propandiol, un derivato da glicerina, a sua volta estraibile dagli oli vegetali, ed immediatamente disponibile, ad esempio, come sottoprodotto dei processi di sintesi del biodiesel. All’economia del processo si aggiungono una serie di vantaggi come l’assenza di N-metil-2-pyrrolidon (NMP), un solvente, una volta ampiamente utilizzato nei rivestimenti in poliuretano e quindi classificato come pericoloso per l’effetto tossico rilevato sulla crescita embrionale.
Indirizzo simile quello intrapreso dagli scienziati della Procter & Gamble, che hanno deciso di testare l’olestra, il poliestere del saccarosio prodotto negli anni ‘60 proprio dalla multinazionale statunitense, nella produzione di vernici e resine. Nasce così Sefose, una nuova linea di prodotti, combinazione in proporzioni differenti di saccarosio e oli vegetali provenienti dalla soia. Secondo P&G il nuovo prodotto potrebbe essere utilizzato per sostituire due ingredienti nocivi comunemente utilizzati nei colori a olio: le resine e i solventi. Sefose, infatti, svolge la loro stessa funzione, ma senza rilasciare nell’aria i cosiddetti COV, composti organici volatili in grado di irritare le vie respiratorie, provocare nausea e mal di testa, fino addirittura a danneggiare fegato, reni e sistema nervoso centrale.