Uno studio universitario avanza l’ipotesi che la velocità media e di picco dei venti negli Stati uniti siano diminuite notevolmente a partire dal 1973 a causa del surriscaldamento globale
(Rinnovabili.it) – Per ora è solo un’ipotesi che vede gli scienziati ancora divisi: il vento, fonte rinnovabile di prima scelta ,sembra perdere slancio negli Stati Uniti e la causa potrebbe essere il surriscaldamento del pianeta, proprio il problema a cui l’eolico dovrebbe andare incontro. Lo suggerisce un nuovo studio, primo del suo genere, condotto da ricercatori statunitensi in merito alle diminuzioni delle velocità medie e di picco dei venti registrate a partire dal 1973, in particolare nelle aree orientali e del Midwest.
“E’ un effetto di grande portata”, ha spiegato Eugenio Takle, professore di scienza atmosferica alla Iowa State University e co-autore dello studio. In alcuni luoghi del centro nord, in cui la velocità media del vento è di 16 a 19 km/h, è stata rivelato un calo del 10% nell’arco di un decennio.
Il fenomeno è stato registrato con modalità differenti anche in altre regioni come Ohio, Indiana, Michigan, Illinois, Kansas, Virginia, Louisiana e Georgia. Per i ricercatori, questo studio fa chiarezza su come il tempo e il clima funzionino. “Nel surriscaldamento globale, i poli si scaldano di più e più velocemente rispetto al resto del mondo. Ciò significa che la differenza di temperatura tra questi e l’equatore si restringe e, con essa, la differenza di pressione atmosferica nelle due regioni.strong winds Le differenze di pressione barometrica sono uno dei principali driver del forte vento e una bassa differenza pressione significa meno vento”. Tuttavia, spiegano gli scienziati, le informazioni non forniscono la prova definitiva che permetta di collegare la ridotta velocità del vento al cambiamento climatico, ma hanno comunque il merito di portare alla luce un aspetto del riscaldamento globale che non è stato ancora studiato. Lo studio sarà pubblicato nel mese di agosto nel Journal of Geophysical Research.