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Veicoli: l’evoluzione dell’ibrido si chiama “EST”

Il principale fattore limitante delle microcar a motore elettrico è a tutt’oggi la scarsa autonomia delle batterie, unitamente al loro peso non indifferente. Per aumentare la capacità di percorrenza il veicolo deve avere la possibilità di ricaricarsi sia da fermo che durante la marcia anche in assenza di stazione di servizio elettriche o colonnine di ricarica, che ancora stentano a prendere piede. E’ sulla base di questi presupposti che è stato sviluppato il sistema di ibridazione EST (Elettrico, solare, termico) che associa ad un motore elettrico un propulsore termico monocilindrico con una potenza di poco più di 5 Cv ed un modulo fotovoltaico. Il sistema termico da 4 kW muove un generatore che eroga energia elettrica a 220 Volt e ricarica le batterie con una resa superiore ai 30 km/l, permettendo anche il riscaldamento e la climatizzazione della vettura. Il tutto ha un peso inferiore ai 30 kg ed un modesto volume di ingombro tali da poter trovar posto accanto al motore elettrico di trazione e facilitarne pertanto l’installazione. L’unità fotovoltaica ha invece lo scopo di tenere costantemente carica la piccola batteria dei servizi, utilizzata anche per l’avviamento del motogeneratore. EST integra anche una marmitta catalitica per ridurre al minimo le emissioni. In questo modo quindi si riesce ad aumentare considerevolmente l’autonomia della vettura elettrica anche in assenza delle fonti tradizionali di ricarica e a mantenere costi contenuti. Il prototipo della microcar EST sarà presentato a Roma venerdì prossimo in piazza Augusto Imperatore 9, dalle 10 alle 14, e successivamente sarà presente al MoTecEco, in programma alla Fiera di Roma il 24 e il 25 maggio.

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