L’analisi, condotta dall’assessorato regionale all’Agricoltura, evidenzia la disponibilità di 28.500 metri cubi di biomassa utilizzabili a fini energetici, su un totale di 90.000 ettari di boschi presenti sul territorio regionale, al 57% di proprietà privata e al 43% pubblici. Già presenti due impianti di teleriscaldamento a biomassa
La regione valdostana può vantare 90.000 ettari di patrimonio boschivo, dal quale ogni anno è possibile ricavare 28.500 metri cubi di biomassa. È quanto ha rivelato il Dipartimento Foreste dell’assessorato regionale all’Agricoltura, che ha analizzato il potenziale di biomassa forestale della regione. Ogni anno sono utilizzati in media 17.631 metri cubi di legname, per il 73% destinato ad essere impiegato come legna da ardere. Ai residui, si aggiungono anche altri 5.000 metri cubi utilizzabili a fini energetici derivanti dagli scarti delle venti segherie presenti sul territorio. In Valle d’Aosta sono già attivi due impianti di teleriscaldamento a biomassa, che assorbono 9.000 metri cubi sul totale di quelli disponibili. Per Edi Pasquettaz, direttore del Dipartimento, incentivare l’utilizzo della filiera bosco-legno-energia ‘sottintende un minor inquinamento rispetto agli impianti tradizionali, minori costi di energia e migliore uso dei prodotti legnosi di scarto e un importante impulso alla ripresa delle attività selvicolturali’. ‘L’assessorato all’Agricoltura è pronto ad accogliere progetti da finanziare nell’ambito della normativa regionale per il recupero e la valorizzazione dei prodotti forestali e dei rifiuti lignei’, ha aggiunto Pasquettaz. (fonte Ansa)