La ASL 15 della provincia piemontese trasformerà un semplice magazzino di medicinali in un involucro energicamente autosufficiente
La preoccupante situazione ambientale e la conseguente attenzione verso l’aspetto energetico trova oggi largo interesse anche in ambito Pubblico. L’Azienda Sanitaria Locale n°15 di Cuneo non fa eccezione, anzi, è al vaglio un’idea che potrebbe renderla virtuosa sotto questo aspetto: realizzare un fabbricato deposito medicinali che risulti autosufficiente ed indipendente da forniture energetiche esterne.
L’esigenza di un magazzino per prodotti farmaceutici che si avvalga di fonti sostenibili, evidenziata inizialmente dal Dirigente Aziendale dott. Luca Gentile e sviluppata in collaborazione con chi scrive, è valsa da input per un’analisi di fattibilità sull’utilizzo di energie rinnovabili in ambito sanitario locale, proposta implementabile su altre strutture simili.
Dal confronto di diverse applicazioni tecnologiche attuabili, è emersa, quale soluzione energetica che meglio si presta a realizzare le esigenze richieste, la geotermia in cogenerazione con il solare fotovoltaico, il tutto gestito in Building Automation per garantire automazione, sicurezza, comfort (in particolare il controllo termoigrometrico all’interno degli ambienti sarà di fondamentale importanza per la salvaguardia dei farmaci) e, non ultimo, risparmio energetico.
Tralasciando la gestione automatica, richiederebbe un discorso a sé, si riportano di seguito valutazioni e considerazioni che motivano la scelta tecnologica sopra riportata.
Innanzitutto, analizzando l’aspetto economico, si vede che il costo al kWh, legato ai consumi per climatizzazione invernale con pompa di calore geotermica, risulta 1/3 rispetto al medesimo con impianti a gas metano (0.024€/kWh conto 0.71€/kWh). Fotovoltaico a parte, oggetto come noto di incentivazioni dedicate, considerando che la climatizzazione dovrà avvenire anche nei periodi estivi, risulterà circa dimezzato il tempo di ammortamento dell’impianto geotermico (nel caso in esame, da una analisi stimata dei consumi, risulta 8-10 anni).
Inoltre, aspetto che potrebbe fungere anche in futuro da ago della bilancia, la normativa regionale, nell’anno in corso, ha promosso ed incentivato le applicazioni sopra riportate con un bando di contributi per interventi dimostrativi in materia energetica ambientale (contributo in conto capitale nella misura massima del 40% dei costi ammissibili) sgravando sugli investimenti iniziali.
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, si ritiene ideale per l’emissione di calore negli ambienti da climatizzare, l’utilizzo di pannelli radianti, uniti a sistemi di deumidificazione e ventilazione con recupero di energia. Senza approfondire ulteriormente l’argomento, è importante sottolineare come la climatizzazione invernale/estiva sia una situazione ottimale di utilizzo della pompa di calore geotermica (si evita il rischio di saturarazione energetica del terreno) in particolare ove la tecnologia utilizzata sia quella “suolo-acqua” (il terreno cede calore al fluido termovettore in inverno e lo recupera dallo stesso in estate). La situazione ottimale, dovuta all’alto coefficiente di prestazione della macchina, potrebbe essere rappresentata dal sistema “acqua-acqua”, in cui l’energia viene prelevata/ceduta all’acqua presente nel sottosuolo (costi di pompaggio e vincoli ambientali, ne “scoraggiano” spesso l’applicazione). Tale situazione, nel caso in questione, non è attuabile per l’elevata profondità della falda acquifera.
Un’ultima considerazione va dedicata alla tipologia di distribuzione delle sonde geotermiche, le quali possono avere sviluppo orizzontale (minori costi per posa ed analisi geologiche) o verticale (minori spazi occupati a fronte di maggiori costi e necessità di valutazione delle caratteristiche strutturali ed idrogeologiche del sottosuolo). Sempre facendo riferimento al caso in esame, si è visto che un sistema misto rappresenta il compromesso ottimale tra spesa ed apporto energetico.
Da quanto precedentemente esposto emergono le notevoli possibilità offerte dal terreno come sorgente termica per la climatizzazione. L’applicazione pompa di calore geotermica – pannelli fotovoltaici costituisce una soluzione molto attraente dal punto di vista energetico, in particolare per talune tipologie di edifici nelle quali è possibile effettuare investimenti iniziali consistenti, recuperabili poi con una sensibile diminuzione dei costi di esercizio.
Per far sì che questa tecnologia venga maggiormente applicata sul territorio italiano, v’è senza dubbio, però, la necessità di produrre una conoscenza più approfondita delle problematiche di progettazione e di installazione, come anche di una informazione più diffusa e capillare sul risparmio energetico conseguibile a fronte del suo utilizzo.
Sebbene la ricerca in questo ambito possa fornire ancora risultati di rilievo, può dirsi che la tecnologia e la tecnica progettuale siano mature a cogliere le significative opportunità dell’utilizzo dell’energia geotermica, in particolare in un Paese con scarse risorse energetiche.