(Rinnovabili.it) – Gli scienziati delle Nazioni Unite non hanno dubbi a proposito: per contenere la situazione climatica entro i fatidici due gradi centigradi ed evitare irreversibili cambiamenti ambientali i Paesi industrializzati si devono impegnare a ridurre le proprie emissioni di gas serra in una percentuale compresa tra il 25% e il 40% entro il 2020. E la quota cresce di 5 punti percentuale nelle richieste avanzate da alcuni stati insulari e Paesi poveri.
Ma l’impegno climatico rimane una questione scomoda, come dimostrano gli obiettivi posti finora sul tavolo dei negoziati e come ha ribadito l’inviato speciale per il clima di Obama, Todd Stern, nella giornata di chiusura del Mef, il Forum delle Maggiori Economie. “Il 40 per cento rispetto ai livelli del 1990, a nostro avviso, non è necessario, e soprattutto non praticabile data l’attuale situazione di partenza”. Eppure per Stern c’è una “buona notizia” che riguarda gli Stati Uniti. Progredisce infatti il progetto di legge Waxman-Markey, contenente gli obiettivi Usa di riduzione dei gas serra – 17% entro il 2020 rispetto al 2005, e dell’83% per il 2050 – che dovrebbe arrivare alla Camera dei Rappresentanti questa settimana. L’inviato statunitense si è mostrato fiducioso riguardo l’appuntamento di dicembre: “Non c’è ancora un accordo finale, ma penso che abbiamo compiuto diversi progressi”, ha affermato Stern rivelando che al termine della due giorni messicana molti leader si sono espressi a favore di un accordo per un obiettivo a lungo termine entro il 2050.