Il quantitativo di energia impiegato per la produzione di generi alimentari va in parte a finire nella pattumiera insieme ai rifiuti. I dati impiegati per la ricerca risalgono al 1995, anno in cui gli americani hanno gettato circa il 27% della produzione alimentare totale
(Rinnovabili.it) – Uno studio condotto dal dipartimento statunitense dell’agricoltura (“USDA”:https://www.usda.gov/wps/portal/usda/usdahome) ha messo in evidenza come gettando rifiuti alimentari si butti via allo stesso tempo un notevole quantitativo di energia, la stessa che ha accompagnato tutto il processo di produzione, dalla realizzazione al trasporto dell’alimento fino all’arrivo nella pattumiera.
Dai dati risalenti al 1995 si è stabilito che i cittadini americani scartano il 27% circa di quanto prodotto dall’industria alimentare, numeri che sono poi divenuti il centro di una ricerca che ha analizzato l’impronta ecologica dei cibi valutando il quantitativo energetico legato sia ai prodotti che hai rifiuti. A tal proposito è stato calcolato che, qualora gli americani arrestassero lo spreco alimentare, il paese riuscirebbe a preservare il 2% della potenza annua evitando il consumo di 350 milioni di barili di petrolio.
Michael Webber e Amanda Cuéllar, ricercatori presso il Center for International Energy and Environmental Policy all’Università del Texas di Austin si sono concentrati nell’analisi di quanta energia viene impiegata per la produzione, per il package, per la preparazione, la conservazione e la distribuzione annuale di cibo sul territorio statunitense affermando “L’energia incorporata nel cibo sprecato rappresenta un obiettivo sostanziale per la diminuzione del consumo di energia negli Stati Uniti,” si legge nel documento. “L’energia sprecata calcolata è una stima da tenere in considerazione perché i dati dei rifiuti alimentari sono incompleti e non aggiornati come anche i dati di consumo di energia per il servizio ristoro e le vendite”. In conclusione i ricercatori hanno affermato che il possibile risparmio di 1,4 miliardi di barili di petrolio equivarrebbe ad una percentuale compresa tra l’8 e il 16% sul consumo energetico annuo.