Una relazione molto delicata quella tra la temperatura, l'ossigeno e i batteri presenti negli oceani. Uno studio statunitense ha spiegato questo labile equilibrio concludendo: oceani più caldi avranno minori quantità di ossigeno
(Rinnovabili.it) – Uno studio americano pubblicato sulla rivista Science, rivela che le aree degli oceani Pacifico e Indiano dove c’è meno ossigeno potrebbero espandere o ridurre le riserve di gas nell’arco dei prossimi a seconda degli effetti del cambiamento climatico. E’ stato infatti notato che con l’aumento della temperatura *la proliferazione dei batteri causa la diminuzione dell’ossigeno* che influisce sulle quantità di nutrienti presenti nelle acque.
Al fine di comprendere l’origine e l’impatto di questo processo, i ricercatori statunitensi hanno simulato il ciclo di vita dell’ossigeno negli oceani negli ultimi 50 anni. La conclusione ha portato a comprendere meglio il fenomeno: nelle aree con meno ossigeno la velocità il ritmo al quale i microorganismi consumano ossigeno si rallenta tanto più sono profonde le acque.
Se la concentrazione di ossigeno si riduce a ipossia (mancanza di ossigeno), la capacità di sviluppo di microrganismi aerobici (quelli che necessitano di ossigeno per vivere) decade.
Tuttavia, i livelli di acqua variano nel corso degli anni: per un certo tempo, alcune zone del profondo oceano stanno diventando sempre più profonde e altre meno. Questo ciclo, che dura da decenni, porta alla conseguente contrazione ed espansione delle regioni con bassi livelli di ossigeno e può influenzare il quantitativo di nutrienti di base presenti nelle acque degli oceani.