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Usa, calano gli investimenti green. La colpa alla politica

(Rinnovabili.it) – Gli Stati Uniti sono scesi al terzo posto nella classifica degli investimenti nel ramo dell’energia pulita, aggravati da una politica energetica che non ha saputo supportare il settore e da acquisti nel mercato del vento e del solare, come in altre tecnologie a basso impatto, che non hanno avuto successo. I dati, contenuti nella relazione “Who’s Winning the Clean Energy Race”:https://www.pewenvironment.org/uploadedFiles/PEG/Publications/Report/G-20Report-LOWRes-FINAL.pdf dell’associazione no-profit Pew Charitable Trusts hanno posizionato al primo posto la Cina e al secondo la Germania.
Bocciata in Senato la proposta di una bolletta energetica comprensiva, Washington ha successivamente fallito la redazione di mandati nazionali per le utilities che fissassero la produzione di un quantitativo minimo di energia pulita, decisione che secondo ambientalisti e analisti avrebbe potuto dare un’ulteriore spinta alle compagnie in termini di nuovi investimenti nel paese.
Gli investimento Usa in energia pulita effettuati nel corso dello scorso anno hanno raggiunto un ammontare di 34 miliardi di dollari, si legge nel rapporto, percentuale superiore del 51% rispetto all’anno precedente, ma al di sotto dei 54,4 miliardi di dollari rispetto a quanto investito dalla Cina e inferiore anche rispetto ai 41,2 miliardi di dollari impegnati dalla Germania.
Cina e Germania, viene specificato nel rapporto, hanno definito obiettivi di energia pulita minimi, il che li ha aiutati a progredire e sono stati supportati da sistemi di incentivazione e di finanziamento che hanno saputo colmare i bisogni delle aziende.
“Circolava una teoria là fuori, che in Cina il progresso nel campo dell’energia pulita è stato così veloce a causa dei bassi costi della manodopera” ha commentato Jennifer Granholm, ex governatore del Michigan e consigliere del Pew, durante in un’intervista. “Ma qui non si tratta di costi del lavoro, si tratta di politica”.

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