Rinnovabili

Un’altra finanza per un’altra energia? E’ possibile

Perché un articolo sull’inaugurazione di un impianto fotovoltaico? Per fortuna al giorno d’oggi l’inaugurazione di uno di questi non è più un evento eccezionale da segnalare.
Ma l’impianto di cui vogliamo parlare ha una caratteristica decisamente originale: è stato finanziato con una sorta di “azionariato popolare” cui hanno partecipato più di 40 persone e verrà inaugurato il prossimo 10 maggio.
Ma come inizia la vicenda? Sembra quasi per caso: nel gennaio 2007 da un post del blog:
https://40anniappenafatti.blogspot.com/, tenuto da un agricoltore biologico, Marco Mariano.
Questo blog ha un simpatico sottotitolo (“Diario di uno sprovveduto”) e un legame – forse inconscio – con la finanza etica.
La frase che campeggia in alto a destra sulla prima pagina è infatti identica a quella scelta dalla cooperativa MAG Roma (https://www.magroma.it/) per lanciare il proprio progetto di autogestione finanziaria e finanza “critica” nella città eterna: “spesso tutti sono convinti che una cosa sia impossibile, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la realizza” (A. Einstein).
Ma non si tratta solo di un idea originale e che ha funzionato dal punto di vista finanziario e ambientale: un’altra caratteristica fondamentale è stata la capacità di “fare rete”. L’impianto è stato realizzato in collaborazione con la Cooperativa Sociale Proteo di Mondovì che si occupa di raccolta differenziata e che (scrive Eleonora Bet su peacereporter.net https://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=0&idart=10757) “tramite il suo presidente Davide Burdisso ci ha dato la piena disponibilità ad ospitare la realizzazione del progetto, disponendo di un nuovo capannone realizzato coi criteri della bioedilizia e reso dunque autonomo per il fabbisogno energetico grazie all’impianto fotovoltaico. L’idea è semplice: la persona interessata diventa socio sovventore della cooperativa, e versa la propria quota. Ci sono due possibilità di formalizzare il rapporto di soci: il prestito sociale o la sottoscrizione di capitale, ed entrambi garantiscono un utile deciso di anno in anno alla chiusura del bilancio (per quest’anno circa il 5%). Il rapporto creato è molto buono, e c’è grande fiducia reciproca”.
Dopo la proposta iniziale il progetto si è espanso con la nascita di un’associazione senza scopo di lucro (”Solare collettivo”) che ha consentito l’allargamento della base sociale degli interessati e che si è incaricata di organizzare gli studi di fattibilità ed i progetti nonché di stringere gli accordi necessari per la realizzazione dell’opera.
L’iniziativa ha un titolo molto accattivante: “Adotta un KW”: per maggiori informazioni consigliamo di visitare il loro sito: https://www.solarecollettivo.it/aderire2.html, dove si possono trovare tutte le informazioni di dettaglio (www.solarecollettivo.it).
Ma non solo: la prima iniziativa (quella che si inaugura il 10 maggio a Mondovì) è andata talmente bene che il gruppo si è trovato in surplus di capitali.
Con i chiari di luna economici e finanziari di questi periodi sembra un piccolo miracolo… evidentemente possibile solo dove la finanza autogestita incontra buoni progetti che sanno mettere d’accordo il rispetto dell’ambiente, l’innovazione tecnologica e l’economia solidale.
L’associazione ha deciso quindi di “rilanciare”, ed è partito il progetto “Adotta un KW2” (più altre idee di espansione futura come un impianto eolico in Africa, ecc.).
Anche qui non manca l’aspetto “sociale”: non basta mettere insieme un po’ di persone decise a investire direttamente (senza intermediari speculativi) in energie rinnovabili, il che già – almeno in Italia – rappresenta un’idea innovativa per non dire rivoluzionaria, ma si è deciso di puntare più in alto.
A Fossano (sempre in provincia di Cuneo) esiste una cooperativa sociale collegata con quella dove è stato installato il primo impianto, la Coop Peraltro, che gestisce un punto vendita di prodotti biologici e provenienti dal commercio equo e solidale.
L’idea sarebbe quella di dotare il negozio di un impianto fotovoltaico capace di renderli autosufficienti rispetto ai loro bisogni energetici, sempre che non ci siano impedimenti urbanistici.
Gli organizzatori si sono già informati presso i proprietari dell’immobile nel quale ha sede il negozio e loro hanno trovato valida l’idea, dicendosi disponibili ad affittare il locale per i 20 anni indispensabili perché si possano attivare i contributi del Conto Energia.
Questo secondo progetto è già dotato dei capitali necessari: una dimostrazione in più del fatto che l’unione (di buoni progetti) fa la forza.
Questa coniugazione di idee e di forze rappresenta una sfida importante ai “poteri forti” sia in campo energetico che finanziario, e gli organizzatori sembrano rendersene ben conto.
Riportiamo, a tale proposito, alcune frasi dal loro sito:
“Ciò che più ci interessa, è creare un modello di sviluppo etico e partecipato da applicare poi ad altre realtà, mantenendo l’indipendenza e lavorando sulla coesione sociale”.
“Si ritiene che una nuova cultura ecologica possa nascere solo da una radicale riappropriazione di responsabilità e di potere da parte dei singoli, dei piccoli gruppi e dalle comunità locali: responsabilità e potere che si traducano in progetti produttivi e/o iniziative di consumo intelligente.”
Non basta? Leggete la citazione con cui concludono le comunicazioni via e-mail alla rete delle persone che seguono le loro iniziative (ad esempio, la mailing list torinese dei Gruppi d’Acquisto Solidale “GASTorino”):
“Il potere è divenuto un potere consumistico, infinitamente più efficace nell’imporre la propria volontà che qualsiasi altro potere al mondo. La persuasione a seguire una concezione edonistica della vita ridicolizza ogni precedente sforzo autoritario di persuasione”.
Queste parole le ha scritte Pier Paolo Pasolini tanti anni fa, e sembra proprio che oggi qualcuno abbia trovato un nuovo modo per reagire….

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