(Rinnovabili.it) – Grafite, sabbia, qualche molecola aromatica e il gioco è fatto: l’acqua da sporca diviene pulita. La nuova ricetta per potabilizzazione delle risorse idriche è stata messa a punto da un gruppo di ricercatori della texana Rice University a lavoro sugli ultimi progressi della nano-tecnologia. I letti di sabbia sono utilizzati da millenni in tutto il mondo come sistema di depurazione delle acque, al punto da aver ricevuto l’approvazione dalla Organizzazione Mondiale della Sanità. La dimensione delle particelle di rena e le modificazioni superficiali determinano l’efficienza del processo di rimozione dei contaminanti disciolti o sospesi: più la grana è fine, più è efficace il filtraggio che tuttavia risulta proporzionalmente più lento.
I ricercatori, guidati dalla scienziata Mainak Majumder della Monash University, hanno notevolmente migliorato “le proprietà naturali di filtraggio della sabbia”:https://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/am200300u rivestendola con un nanomateriale chiamato ossido di grafite ottenuto riscaldando il mix rena grossolana/ossido di grafite fino a 105 °C per un paio d’ore in modo da eliminare l’acqua in eccesso. La successiva aggiunta di molecole di tioli aromatici ha ulteriormente aumentato la capacità di sequestrare i contaminanti solubili in acqua. Per testare questa nuova “super sabbia”, i ricercatori hanno eseguito filtrato due soluzioni contenti contaminanti differenti, il *mercurio* a 400 parti per miliardo e la *Rodamina B* a 10 parti per milione ottenendo grandi risultati. Nel caso specifico del mercurio, la capacità di assorbimento della sabbia “rivestita” ha superato i 50 minuti (la sabbia normale si satura dopo 10 minuti) riducendo la concentrazione del contaminante a una parte su miliardo.