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Una stufa a biomassa converte il suono in elettricità

(Rinnovabili.it) – E’ stato denominato progetto “Score”:https://www.score.uk.com/research/Shared%20Documents/Score_Papers/MEC%20poster%20final%20version.pdf, acronimo di ‘Stove for Cooking, Refrigeration and Electricity’ ed è il lavoro condotto da un nutrito gruppo di ricercatori guidati dall’Università di Nottingham con l’obiettivo di fornire alternative efficienti e a basso costo a quelle comunità rurali, dell’Africa e dell’Asia, che hanno un accesso limitato alla rete elettrica.
L’impresa, da 3,3 milioni di dollari, riunisce esperti da tutto il mondo ed è già alle prime fasi di sperimentazione nel Regno Unito e in Nepal. Come lo stesso nome recita, si tratta essenzialmente di un forno a biomassa pensato per la cucina, la fornitura energetica e il refrigeramento. La triplice opzione è resa possibile da un motore termoacustico, vale a dire una macchina capace di convertire l’energia termica in elettricità attraverso la generazione di energia sonora.
Nel dispositivo due scambiatori di calore producono un gradiente di temperatura all’interno di un materiale poroso dove parte del calore proveniente dalla combustione della biomassa è convertita in onde sonore ad unica frequenza.
Chiave di svolta il filone di ricerca portato avanti dalla stessa Università di Nottingham: un alternatore lineare a magneti permanenti o un altoparlante piezoelettrico converte l’energia delle vibrazioni così create in elettricità. In tal senso gli ingegneri britannici stanno lavorando con Dai-ichi, uno dei più grandi produttori di altoparlanti in Malesia, per ridurre i costi di produzione attraverso migliori pratiche di progettazione.
La tecnologia termoacustica può essere impiegata anche per generare freddo in modo analogo alle macchine tradizionali a ciclo inverso e pertanto il prototipo attualmente in fase di test prevede anche l’opzione refrigerazione.

Una volta portata a termine la stufa avrà un costo unitario di 28 euro e potrà essere alimentata da qualsiasi combustibile, partendo dalla biomassa localmente disponibile, compresi il legno e lo sterco.
Attualmente progetto dimostra una capacità di 5.3 W in grado di tenere accesa una lampadina da 24V, ma la meta che a cui stanno puntando i ricercatori è un’ora di energia elettrica per chilo di combustibile impiegato.
Il progetto vede la University of Manchester, University of London e la Charity Practical Action come partner, sia a livello dello sviluppo del design che della realizzazione e distribuzione, oltre al sostegno da parte di governi e organizzazioni civili. L’obiettivo? Aumentare il numero di sedi per il collaudo nel 2010 ed essere a pieno regime di produzione entro il 2012.

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