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Un rapporto Uk accusa: biofuel di I generazione immorali e dannosi

(Rinnovabili.it) – Una produzione, quella agricola destinata all’industria dei biocarburanti, che pare essere “immorale e dannosa”. Sono questi gli aggettivi contenuti nel rapporto pubblicato ieri dal _Nuffield Council_ che definiscono fallaci le politiche europee di protezione dell’ambiente, di riduzione delle emissioni di gas serra e di violazione dei diritti umani nei paesi in via di sviluppo.
Nel rapporto si evidenzia come, per lasciare spazio alle coltivazioni di vegetali destinati a divenire biocarburanti, si stia procedendo alla deforestazione e allo spostamento degli indigeni con gravi conseguenze e danni agli equilibri dei luoghi e delle persone. Si dice inoltre che gli obiettivi europei, che puntano ad ottenere il 10% del carburante destinato al comparto trasporti, debba provenire da fonte non inquinante entro il 2020 ma in verità questo ha portato *all’importazione di biocarburanti da paesi esteri* che non sempre adottano politiche di sostenibilità nel rispetto della natura né perseguono le indicazioni per limitare l’innalzamento della temperatura globale.

La relazione intitolata “*Biofuels: ethical issues*”:https://www.nuffieldbioethics.org/biofuels-0 contiene una serie di raccomandazioni e di principi etici atti a governare la produzione e l’importazione di biofuel dall’estero, rispettando anche le condizioni dei lavoratori.
La Professoressa Joyce Tait, tra i relatori dell’inchiesta ha commentato “queste condizioni etiche dovrebbero essere applicate attraverso un sistema di certificazione – un po’ come il regime di commercio equo e solidale per il cacao e caffè. Ciò creerebbe un mercato biocarburanti eco-sostenibili e _amico dei diritti umani_” ha proseguito la Tait. “Apprezziamo le difficoltà nell’applicare fermi principi etici nel mondo reale, ma l’esistente politica dei biocarburanti non è adatta. Possiamo impostare lo standard in Europa e incoraggiare il resto del mondo a seguirne l’esempio. Questo è un problema globale che ha bisogno di una soluzione globale”, ha concluso la professoressa.
A seguito delle affermazioni contenute nel documento il Consiglio ha fatto richiesta ai governi affinché si lavori per sviluppare strategie e politiche che pur incentivando la produzione di colture agri-energetiche rispettino l’ambiente e i lavoratori, valorizzando le colture intensive che consumano meno terreno, producono meno gas serra e non entrano in concorrenza con le coltivazioni alimentari.

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