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Un Progetto di legge sull’educazione alla sostenibilità

La rete regionale dell’educazione alla sostenibilità ambientale si amplia e si integra coinvolgendo, oltre a educatori e docenti, anche le Province, il volontariato, le università e le imprese. E le scuole che inseriranno in modo strutturato i temi del rispetto della natura e dell’ambiente nel piano dell’offerta formativa riceveranno maggiore sostegno per il proseguimento dei laboratori e delle esperienze avviate. Sono alcune delle novità contenute nel progetto di legge sull’educazione alla sostenibilità, approvato dalla Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, su iniziativa dell’assessore all’Ambiente Lino Zanichelli, proprio in concomitanza con la settimana nazionale per l’educazione allo sviluppo sostenibile (9-15 novembre 2009).
Il progetto di legge – che ha già incassato il parere favorevole della Conferenza Autonomie Locali – si pone l’obiettivo di promuovere in tutta la popolazione giovane e adulta lo sviluppo di comportamenti e capacità di azione a livello individuale e collettivo, adatti a perseguire la sostenibilità ambientale, sociale, economica e istituzionale.
Nel 1996 la Regione Emilia-Romagna fu la prima in Italia a dotarsi di una legge per l’informazione e l’educazione ambientale, che nel tempo ha dato i sui frutti: oltre 500 progetti, realizzati dalle scuole e dai 69 Centri di educazione ambientale (CEA) presenti sul territorio, più altre 100 azioni per lo sviluppo della rete di informazione e educazione ambientale (INFEA) regionale.
“Un sistema – ricorda Zanichelli – che è cresciuto perché la Regione vi ha investito risorse anche nei momenti più difficili, quando sono venuti a mancare i fondi nazionali assorbiti da altre priorità. Il fatto è che noi abbiamo creduto nella necessità accompagnare le nostre politiche con azioni di tipo culturale – prosegue l’assessore – perché senza informazione, consapevolezza e una partecipazione attiva dei cittadini non si può realizzare alcuna strategia di sviluppo sostenibile”.
La stessa motivazione che ha portato nel 2002 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite a proclamare il “Decennio dell’educazione per lo sviluppo sostenibile 2005-2014”, designando l’UNESCO come promotore. E la Regione Emilia-Romagna, che partecipa al Comitato nazionale per il Decennio (DESS UNESCO Italia) ha deciso di rilanciare, con una nuova legge che ridefinisce il sistema (INFEAS) e soprattutto lo riorganizza e lo rafforza.

*Le novità del progetto di legge*
Il nuovo sistema INFEAS (Informazione Educazione alla sostenibilità) assume gli indirizzi internazionali e promuove una diversa organizzazione della rete regionale dell’educazione alla sostenibilità, più integrata e ampliata.
Oltre alla Regione, vi hanno un ruolo le Province che programmano e coordinano sul proprio territorio le attività, gli educatori professionali dentro e fuori la scuola, il volontariato, le università e le imprese. La normativa prevede sia per i Centri di Educazione alla sostenibilità (CEAS) sia per le scuole, funzioni precise, criteri per il loro riconoscimento e forme di sostegno. Un sostegno particolare andrà alle reti di scuole e istituti scolastici che coniugano i temi della sostenibilità con il loro piano dell’offerta formativa e che hanno strutturato al proprio interno esperienze e attività permanenti.
Una significativa novità è l’approccio integrato e trasversale che vedrà il coordinamento delle diverse “educazioni” – all’ambiente, alla salute, alla corretta alimentazione, alla sicurezza stradale e mobilità sostenibile, alla partecipazione, ecc. – in linea con i principi del Decennio per l’educazione alla sostenibilità. Nella sua programmazione periodica la Regione incentiverà forme di co-progettazione scuola-territorio per tutte le fasce di età, compresa quella adulta e la partecipazione del sistema formativo allo sviluppo locale.
La legge definisce anche le modalità di realizzazione e la diffusione delle relazioni sullo stato dell’ambiente e della sostenibilità, regionale e dei territori, nonché l’attuazione del decreto legislativo n. 195/2005 per garantire il diritto all’informazione e all’accesso ai dati ambientali.