(Rinnovabili.it) – La gran parte dei componenti di un computer può essere riciclata. Quasi ogni singolo pezzo di un pc fisso o portatile è composto di materiali o componenti riutilizzabili per altri fini. Tuttavia la complessità sta nello smontaggio e nella separazione dei materiali, motivo per cui sono molto costose le attività di riciclaggio dei prodotti elettronici. I costruttori di computer dovrebbero pensare a questa problematica già in fase di progettazione.
Gli studenti di due Università, l’americana _Standford_ e la filandese _Aalto_, hanno ideato un personal computer portatile che potrebbe essere smantellato in poco tempo senza aver bisogno di utensili speciali. Tale invenzione eviterebbe che grandi quantità di rifiuti informatici andrebbero ad aumentare le normali discariche. Infatti il riciclaggio dell’elettronica tocca livelli bassissimi, se si vede il caso degli Stati Uniti, dove troppi computer e normali elettrodomestici terminano ad agglomerare le normali discariche divenendo un pericolo serio per l’ambiente. Per esempio nel 2005 di 2.200.000 tonnellate di rifiuti elettronici solo 379.000 tonnellate sono state riciclate.
Il laptop, ideato dagli studenti, è stato chiamato _Bloom_ e può essere smontato in due minuti e in soli dieci passaggi, a differenza di un portatile normale disponibile in commercio che per essere scomposto necessita di 45 minuti, effettuando un totale di 120 passi. Il motivo per cui _Bloom_ sia molto facile da separare nelle sue parti riciclabili potrebbe essere un’ideale partenza per produttori e riciclatori. Nello stesso tempo sarebbe un grande vantaggio anche per i consumatori, che potrebbero sostituire rapidamente particolari elementi del loro dispositivo, allungando di conseguenza la vita utile del prodotto.
Sulla scia di questi universitari deve porsi il design elettronico in modo che gli strumenti elettronici siano facilmente implementabili, riparabili e riciclabili per ridurre nel maggior modo possibile l’impatto ambientale.