Rinnovabili

Un Parlamento europeo non inquinante entro il 2020

L’ambizione è quella di rendere il Parlamento Europeo, strutturalmente e tramite tutte le attività ad esso connesse, un modello di sostenibilità ambientale che sia d’esempio al resto della Comunità Europea. I dirigenti del Parlamento, infatti, hanno deciso che già da inizio 2009 verranno prese le prime concrete misure affinché entro il 2020 il Parlamento riduca le sue emissioni in atmosfera e la sua impronta di carbonio del 30%, incrementando il 17% di riduzione delle emissioni di CO2 già raggiunto nel 2008 grazie all’introduzione dell’uso della sola energia verde (non nucleare) nei suoi tre luoghi di lavoro ecogestiti e certificati EMAS.
La decisione segue uno studio, richiesto dall’ufficio di presidenza del Parlamento Europeo, che configura molteplici misure possibili per raggiungere quest’ambizioso traguardo sia dal punto di vista tecnologico che comportamentale, aumentando quindi l’efficienza energetica delle strutture, utilizzando energie rinnovabili coordinando un cambiamento sostanziale del comportamento individuale e collettivo per ridurre i bisogni quotidiani di energia. Fra gli interventi previsti vi è quello dell’installazione di pannelli solari sul tetto del nuovo palazzo a Lussemburgo, l’utilizzo di energia geotermica e riscaldamento a biomassa. In uno degli edifici di Bruxelles è stata montata una cisterna di 145.000 litri d’acqua piovana (sfruttando così il clima particolarmente piovoso) riutilizzandola per fini non potabili, sono stati inoltre installati otto pannelli solari termici per riscaldare l’acqua e gli uffici sono dotati di rivelatori di presenza che controllano luci, riscaldamento e ventilazione. Dal punto di vista dei trasporti, la flotta di macchine europee verrà gradualmente sostituita con vetture ibride.

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