(Rinnovabili.it) – La quasi scaduta Commissione Ue, tra le sue ultime attività ha lanciato un portale su internet tutto a favore della riduzione dei consumi energetici negli edifici. “Build Up”:https://www.buildup.eu, questo è il nome del sito, dovrebbe costituire un riferimento sulle informazioni in materia di riduzione del consumo di energia degli edifici.
La particolarità di questo web-site oltre a quella di contenere una ricca panoramica di informazione ben assortite e di indicazioni pratiche sulla legislazione in materia di economia energetica, potrà essere aggiornato quotidianamente dagli stessi utenti.
“Il portale Buil Up, consentirà ad ognuno di essi, proprietario o costruttore di case, la possibilità di ricercare, e di inserire sia consigli pratici che informazioni – ha dichiarato Andris Piebalgs, Commissario Ue all’Energia – Inoltre costituirà uno strumento per informare il mercato sulle novità dell’inquadramento legislativo e potrà essere molto utile per migliorare le performance energetiche di ogni edificio”.
Questo settore oggi è responsabile all’incirca del 40% del cosumo totale d’energia in Europa. Quindi il miglioramento dell’efficienza è un punto cruciale per raggiungere gli obiettivi di economia in campo energetico che l’Ue si è prefissata per combattere il cambiamento climatico.
Nel 2002 l’Ue ha adottò la direttiva sulle prestazione energetiche degli edifici (PEB) che invitava gli stati membri ad un approccio integrato in vista dell’applicazione dell’efficienza energetica anche al settore edilizio.
La Commissione ha poi riconosciuto che un non trascurabile potenziale d’energia poteva ancora essere risparmiato. Proprio per questo nel novembre del 2008 propose una revisione della direttiva “PEB” in grado di portare il livello di economia dell’energia fino a 60/80 milioni di t./equivalenti a petrolio ogni anno fino al 2020. Questo significa una riduzione del consumo totale di un 5/6% in più rispetto alla norma come era formulata in partenza. E per il futuro la Commissione è intenzionata a richiedere una legislazione ancor più severa e restrittiva che il Consiglio Ue dovrà ratificare.