Dal lavoro congiunto tra una piccola impresa e l’Università di Cardiff nasce una nuova tecnologia che permetterebbe di abbattere del 75% le emissioni di CO2 nella produzione cementizia
(Rinnovabili.it) – Forse non tutti sono a conoscenza che l’industria del calcestruzzo, responsabile del 5% del totale delle emissioni di CO2 a livello mondiale, è tra i settori con le più alte quote di anidride carbonica immesse in atmosfera; in media per ogni tonnellata di cemento vengono prodotti 1000 Kg di CO2. A creare un’alternativa sostenibile è stato il lavoro condotto dall’Università di Cardiff e la società gallese Cenin Ltd, una delle principali produttrici di cemento nella Regione. La tecnologia sviluppata dalla Cenin utilizza per la produzione del calcestruzzo scarti industriali riducendo la necessità dell’estrazione di materie prime e dunque l’aggravio per l’ambiente. L’ulteriore passo avanti consiste ora in una modificazione chimica dei materiali utilizzati per la produzione che, a quanto riporta l’impresa permetterebbe di abbattere del 75% le emissioni, a meno di 250 Kg/tonnellata. In realtà l’obiettivo del progetto è molto più ambizioso e punta a ridurre ulteriormente questo valore tramite impianti alimentati da fonti di energia rinnovabile energia alternativa, al valore di 30 Kg/tonnellata. A rendere possibile tutto ciò è il cosiddetto “Sistema-Galles”, una rete di infrastrutture dedicate alla ricerca e all’innovazione che incorpora un network collaudato fra industria e università, la possibilità di accedere a finanziamenti nazionali ed europei e programmi di sostegno pubblico alle imprese più innovative.