Sembra che il 2008 presenti un primo vero stop dell’aumento della temperatura media globale. Almeno stando agli ultimi dati forniti dai vari centri di ricerca meteorologica e climatica. Il 1998 fu l’anno più caldo di tutti, seguito da una flessione degli anni successivi. Quel che è certo e che nell’ultimo secolo la temperatura media del globo è salita molto, di quasi un grado.
Qualcuno propende per una chiara responsabilità umana, con le sue attività, l’inquinamento da esse provocato, anche se molti inseriscono questa tra altre cause. Altri scienziati hanno portato altre tesi alternative tacciando gli altri di ambientalismo esasperato.
Non deve tanto far meditare l’anno preso singolarmente, dicono, un anno di calo non basterebbe a dire che il global warming si trovi in una fase di stasi, ma bisogna guardare l’intero decennio e confrontarlo col trend di salita delle temperature dell’ultimo secolo.
Ecco le tesi di chi non attribuisce all’inquinamento l’aumento delle temperature:
– Il forte rialzo delle temperature del 1998, causato dal ben noto “El Nino”
– Il rallentamento del global warming dal 1999-2000, fino ad arrivare al debole calo degli ultimi 4-5 anni.
Allora, si chiedono questi scienziati, perché la temperatura ha smesso di salire, nonostante la concentrazione in ppm (parti per milione) di CO2 nell’atmosfera aumenti ancora in maniera pressoché costante?
Gli stessi sostenitori non sanno dare una risposta precisa, ad esempio si teorizza che esista un “feedback”, una sorta di retroazione, una manovra di riassorbimento da parte della natura, la quale cercherebbe di contro-bilanciare il sistema in presunto disequilibrio.
Così nascono sempre nuove teorie, le quali accosterebbero i cambiamenti climatici alle oscillazioni multi-decadali oceaniche, visto che gli oceani rappresentano il 72% della superficie terrestre. Ma si tratta appunto di teorie su cui gli scienziati si incontreranno e si scontreranno nei prossimi anni nel tentativo di dimostrare con prove incontrovertibili le proprie ragioni.