Rinnovabili

Un alternativa fruttata ai combustibili fossili

Uno studio sul gamma-valerolattone (GVL), un estere ciclico prodotto dalla frutta e comunemente utilizzato come additivo alimentare, potrebbe avere implicazioni molto importanti per le energie rinnovabili. Un team di ricercatori, guidati da T. Horváth della István Eötvös University, ha esaminato la proprietà del GVL come bioadditivo combustibile o addirittura come carburante alternativo, giungendo alla conclusione che le sue proprietà fisiche e chimiche lo rendono un interessante candidato. Horváth e alcuni suoi collaboratori hanno scoperto che il GVL possiede due caratteristiche cruciali in comune con la benzina e il diesel: bassa pressione del vapore e stabilità di stoccaggio a lungo termine, che riducono la possibilità d’emissioni di sostanze volatili, facilitando lo stoccaggio ed il trasporto. GVL non è tossico e possiede una certa solubilità in acqua, necessaria per la biodegradazione, benché non sia in grado di reagirvi in normali condizioni ambientali, ed in presenza di ossigeno. Con ulteriori miglioramenti nelle tecnologie dei biocarburanti, i ricercatori ritengono che GVL potrebbe servire come additivo ossigenato per il carburante. Secondo gli scienziati le proprietà chimico-fisiche di questo estere lo rendono un candidato ideale per l’uso e la produzione di energia o di prodotti di consumo a base di carbonio. Il grande “se”, naturalmente, è se può essere GVL “efficientemente prodotto dalla biomassa, preferenzialmente da quelle ligno-cellulosiche”. Ma dal momento che è già ampiamente utilizzato nell’industria chimica e alimentare, non vi è alcun motivo di ritenere che la sua produzione non possa essere ulteriormente adattata per l’utilizzo come additivo o carburante alternativo.

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