(Rinnovabili.it) – L’Energy Research Centre (UKERC) britannico è pronto a far segnare il passo al proprio Paese anche sui fondali marini. Per indirizzare il governo a completare il mix energetico rinnovabile sfruttando appieno anche maree e onde l’istituto ha sviluppato una nuova roadmap individuando le principali questioni da affrontate nel settore energia marina. Il lavoro è stato svolto in collaborazione con l’Energy Technologies Institute (ETI) il partenariato pubblico privato composto dalle sei più grandi organizzazioni industriali a livello mondiale – BP, Caterpillar, EDF Energy, E. ON, Rolls-Royce e Shell – dal governo Uk. La “Marine Energy Technology Roadmap 2010”:https://ukerc.rl.ac.uk/Roadmaps/Marine/ETI_UKERC_Roadmap_2010.pdf identifica le tecnologie chiave e i problemi di distribuzione sui cui deve confrontarsi il comparto nazionale, fornendo le priorità iniziali da affrontare dal punto di vista dell’ETI. L’analisi riporta alcune considerazioni che non possono essere sottovalutate a partire dall’indicazione che nei prossimi tre-cinque anni si dovrà ottenere una significativa riduzione dei costi e la convalida delle tecnologie in questione anche per impianti di grandi dimensioni. Inoltre, per offrire un percorso significativo verso la distribuzione dell’energia marina nel Regno Unito nel 2050, tra il 2025-2030 si dovrà raggiungere in questo comparto un costo dell’energia di circa 8-10 pound/kWh.
Il target da qui al 2050 è di raggiungere con la tecnologia di seconda generazione tra i 10 e 20 GW di potenza. Tutto ciò, insieme con le specifiche aree tecnologiche prioritarie, individuate nel documento, saranno utilizzate dall’ETI per aiutare a definire gli interventi sui futuri progetti nel settore dell’energia off-shore.