Un team di studenti irlandesi è riuscito a produrre un concept in grado di sfruttare la pressione dell'acqua che scorre attraverso gli impianti di depurazione e di distribuzione per la produzione di energia a zero emissioni
(Rinnovabili.it) – Un innovativo concept potrebbe portare l’industria dell’acqua ad ottenere benefici in termini di efficienza energetica. Grazie ad un progetto di ricerca del valore di 500mila sterline finanziato dall’Unione Europea e portato avanti dalla University’s School of Environment, Natural Resources & Geography (SENRGY) di Bangor e dal Trinity College di Dublino è stato scoperto un modo per utilizzare la pressione dell’acqua all’interno dei sistemi di stoccaggio per produrre energia a zero emissioni, che può essere utilizzata dalla stessa industria con la possibilità di immettere in rete il surplus generato.
Il team sta attualmente cercando di approfondire le indagini per arrivare a sviluppare turbine idroelettriche di piccole dimensioni che potrebbero essere introdotte all’interno dei sistemi già esistenti per il trattamento delle acque e che potrebbero ridurre così il quantitativo di elettricità utilizzata dai meccanismi di fornitura, riducendo le emissioni di CO2 e i costi operativi della fornitura stessa.
Il professor Williams che guida il progetto per conto del SENRGY ha commentato : “L’industria dell’acqua è altamente energivora. Questo progetto potrebbe contribuire a ridurne l’impatto ambientale associato e i costi economici”. Per questo i ricercatori stanno cercando di capire in che modo poter catturare l’energia servendosi di una autoclave in grado di ridurre la pressione del fluido quando risulta troppo elevata a causa del passaggio di un copioso flusso di acqua.
“Queste autoclavi sono molto diffuse e rappresentano un’opportunità per recuperare energia dalle reti di approvvigionamento idrico per mezzo di un sistema composto da turbine idroelettriche che producendo elettricità migliorano la sostenibilità della rete senza interferire con il sistema di rifornimento idrico” ha commentato il dottor Aonghus McNabola del Trinity College di Dublino.