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UK, sui biofuel la parola alla popolazione

Il pensiero di esperti e cittadini sulla possibilità di integrare il mix energetico con i biocarburanti sarà la base dello studio che il centro di ricerca britannico pubblicherà il prossimo anno

(Rinnovabili.it) – Il Nuffield Council on Bioethics, gruppo di lavoro britannico sui biocarburanti, ha deciso di indagare su quale sia l’opinione comune nei confronti dei nuovi biofuel stilando un rapporto che sarà pubblicato e presentato nell’inverno prossimo.
“Vogliamo sentire le opinioni della gente su come promuovere al meglio, incentivare, regolamentare i nuovi tipi di biocarburanti in modo etico e sostenibile, e useremo i risultati delle indagini per consigliare i politici responsabili del settore”, ha spiegato il professor Joyce Tait, presidente del Consiglio, in occasione del lancio del progetto.
“Invece di utilizzare colture alimentari per produrre biocarburanti, in futuro potremmo essere in grado di utilizzare le alghe, gli alberi, le parti legnose non commestibili di piante e di rifiuti agricoli. Intanto gli scienziati stanno lavorando per incrementare la quantità di colture per ottenere biocarburanti e migliorare il processo di produzione al fine di massimizzare la produzione di energia e ridurre le emissioni nette di gas serra”.
Il Consiglio esaminerà in che modo le politiche dei governi e delle organizzazioni internazionali stanno condizionando la produzione di biocarburanti e la ricerca.
“Attualmente ci sono una vasta gamma di politiche nazionali e internazionali che influenzano lo sviluppo del settore biocarburanti, come ad esempio i target che regolano le emissioni dei gas serra, le sovvenzioni, i finanziamenti per la ricerca e gli accordi commerciali”, ha detto il professor Tait. “L’investimento nell’industria ha anche un impatto importante sulla direzione degli sviluppi dei biocarburanti, ma la natura mutevole della governance ha creato una mancanza di fiducia negli investitori”.
“L’atteggiamento delle persone avrà un forte impatto sul successo che i biocarburanti potranno avere come parte integrante del ‘mix energetico’”.
Nel tempo gran parte dei terreni dei Paesi in via di sviluppo ha cambiato destinazione d’uso venendo impiegato per la produzione di biocarburanti creando problemi tra cui lo spostamento delle comunità locali, le cattive condizioni dei lavoratori e l’inquinamento ambientale. La produzione a larga scala di olio di palma in Indonesia ha portato, ad esempio, a conflitti con le comunità locali sui diritti fondiari.
“Vogliamo far sì che la dimensione etica venga presa in considerazione. Vogliamo vedere che la produzione di nuovi tipi di biocarburanti, in particolare nei paesi in via di sviluppo, abbia un effetto positivo sulle comunità locali e sostenga lo sviluppo economico attraverso la creazione di posti di lavoro e di nuove fonti di reddito”, ha detto il professor Tait.

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