Da un rapporto pubblicato dalla CBI emerge il bisogno di nuovi investimenti nel low carbon britannico, necessari per garantire al paese l'adeguato sviluppo energetico
(Rinnovabili.it) – Un nuovo rapporto lanciato ieri dalla “CBI”:https://www.cbi.org.uk/ndbs/staticpages.nsf/StaticPages/home.html/?OpenDocument attribuisce all’indecisione delle politiche di finanziamento lo stallo delle rinnovabili “made in Uk”. Tutto questo, si legge nel documento, potrebbe portare ad una fase di stallo per il comparto legato alle energie alternative che avrebbe bisogno di investimenti privati per un valore di 150 miliardi di sterline nel corso del prossimo ventennio.
Senza i flussi economici necessari e con il bisogno di fornire almeno un terzo del fabbisogno energetico da fonte non fossile, secondo la CBI il Regno Unito non riuscirà ad attirare gli interessi economici necessari alla realizzazione delle infrastrutture preposte allo sviluppo del comparto low carbon.
Nel rapporto intitolato “Risky Business: investire in infrastrutture a basse emissioni di carbonio nel Regno Unito”:https://www.cbi.org.uk/ndbs/press.nsf/0363c1f07c6ca12a8025671c00381cc7/c29341fe44c29274802578790035cd64/$FILE/Risky%20business%20-%20Investing%20in%20the%20UKs%20low-carbon%20infrastructure.pdf, la CBI ha disegnato un panorama industriale in cui i leader non sono ancora convinti che il paese possa attrarre investimenti nella maniera e al ritmo adeguato da garantirne lo sviluppo. A tal proposito Katja Hall, Direttore a capo della politica per CBI ha dichiarato: “Sappiamo che il Regno Unito ha bisogno di un mix equilibrato di energia per ridurre le emissioni e far crescere l’economia a basse emissioni di carbonio, ma ora la grande domanda è come noi riusciremo a pagare per ottenerlo. Le imprese vogliono andare avanti con la costruzione di nuove infrastrutture a basse emissioni di carbonio, ma c’è ancora troppa incertezza politica. Abbiamo bisogno del governo per impostare un chiaro senso di marcia ed adeguarci ad esso”.