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Uk, il climate change minaccia il futuro delle infrastrutture

(Rinnovabili.it) – Le infrastrutture britanniche saranno messe a dura prova dai danni causati dal cambiamento climatico. Dovranno resistere ad inverni sempre più rigidi, estati sempre più afose, piogge improvvise, inondazioni, nevicate abbondanti come quelle che in questi giorni stanno bloccando gli aeroporti europei. A rivelarlo uno studio condotto dal governo che ha preso in considerazione tra le gli altri aspetti, le conseguenze che gli eventi meteo potranno avere sulle linee di trasmissione elettrica, sui percorsi seguiti dai treni attraverso il paese, minacciati soprattutto dal ghiaccio e dall’innalzamento del livello del mare, avvertendo che il Regno Unito dovrà presto abituarsi, se le cose cose non dovessero cambiare, a continui e ripetuti black out energetici, a spostamenti difficili che cambieranno radicalmente le abitudini e gli stili di vita della popolazione.
Oltre alle misure precauzionali per il rallentamento dell’aumento della temperatura globale l’Uk dovrà cominciare a ripensare la collocazione di aeroporti e centrali, che dovranno essere costruite lontano dalle coste, che saranno gradualmente abbandonate anche da chi vi abita.
Il rapporto *Independent horizon scanning*, redatto dal Defra (Department for the Environment, Food an Rural Affairs) britannico ha delineato previsioni su come dovranno tutelarsi e quali danni andranno ad affrontare le infrastrutture sul territorio nel periodo che intercorre tra il 2030 e il 2100 rivelando l’attuale mancanza di pianificazione sia territoriale che politica, con la tendenza diffusa a fare progetti e previsioni che al massimo guardano avanti di una decina di anni.
Si legge nel rapporto: ”Anche con molti cambiamenti, gli attuali livelli di funzionalità e di approvvigionamento delle infrastrutture potrebbero non essere possibili a costi ragionevoli. Dobbiamo garantire che il la popolazione capisca i vincoli e le sfide […] le aspettative dei clienti nel Regno Unito sono elevate. I cittadini non si aspettano interruzioni della fornitura, restrizioni sull’uso o perdita di qualità, ma chiedono bassi costi.”

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