Obiettivi ancora troppo lontani per la politica ambientale britannica. La società di consulenza pubblica le stime ed invita i neo eletti ad agire in fretta e con maggiore determinazione
(Rinnovabili.it) – Il nuovo governo britannico si trova ad affrontare una situazione ambientale complessa che ha, tra gli altri obiettivi, la riduzione delle emissioni del 34%; il traguardo è ambizioso e con molta probabilità non sarà facilmente raggiungibile senza l’assunzione, in tempi brevi, di misure efficienti. A suggerirlo è un recente studio della Cambridge Econometrics, società di consulenza che attraverso la relazione intitolata _UK Energy and the Environment_ ha voluto spronare la nuova coalizione di governo verso l’acquisizione di politiche di riduzione delle emissioni più efficaci.
Secondo le stime la Gran Bretagna, per adempiere alle promesse fatte, dovrebbe generare tra il 30 e il 40% della propria energia da fonte rinnovabile entro il 2020, cosa che risulta improbabile: si prevede che le fonti rinnovabili rappresenteranno circa il 7% delle vendite di energia elettrica del Regno Unito agli utenti finali nel 2010 e qualora la domanda energetica crescesse di una percentuale compresa tra lo 0,75 e l’1 ogni anno fino al 2020 e qualora il costo dei carburanti fossili rimanesse relativamente alto le fonti rinnovabili arriverebbero a rappresentare solo il 16,5% del mix energetico del paese, ben lontano dal necessario 30-40%.
“Il governo entrante avrà bisogno urgente non solo di definire i dettagli delle ambiziose politiche di riduzione del carbonio che ha ereditato, ma anche agire rapidamente per la loro attuazione, se il Regno Unito è intenzionato a raggiungere l’obiettivo di riduzione del 34 per cento di gas ad effetto serra entro il 2020”, ha commentato il co-editore della relazione, Paul Ekins.