(Rinnovabili.it) – Uno studio anglosassone, che verrà presentato in occasione di una mostra londinese, rivela che circa 10 milioni di persone residenti in Inghilterra e nel Galles vivono in aree a rischio di alluvione.
E’ stato quindi presentato il progetto ‘Facing up to Rising Sea Levels’ nato da una una joint venture tra la Institution of Civil Engineers (ICE) e il Royal Institute of British Architects (Riba) che esorta il governo, le autorità per la pianificazione e i cittadini ad agire concretamente per la realizzazione di una nuova città, prima che sia troppo tardi.
“Se agiamo adesso saremo in grado di adattarci in modo da impedire distruzioni di massa e permettere alle comunità costiere di continuare a prosperare”, ha detto il presidente del Riba, Ruth Reed agiungendo che la parola chiave del momento è ‘agire ora’.
Lo studio avverte che l’aumento del livello del mare, con un conseguente aumento della frequenza delle tempeste entramabe conseguenze disastrose dell’innalzamento della temperatura globale, potrebbe rendere molte zone costiere del Regno Unito vulnerabili ad inondazioni estreme.
Il progetto si concentra principalmente su Kingston-upon-Hull e Portsmouth, due città considerate tra le aree più a rischio della Gran Bretagna e presenta una serie di scenari eventuali proiettati fino a 90 anni nel futuro, realizzati basandosi su possibili misure adottate per limitare i disagi quali lo spostamento delle infrastrutture più a rischio e degli alloggi in una zona più sicura; la costruzione di barriere che evitino all’acqua di entrare in città e la diffusione di costruzioni nell’acqua come strutture galleggianti.
La città di Kingston-upon-Hull è stata scelta per il progetto perché, situata sotto il livello del mare, deve essere costantemente prosciugata dalle pompe visto che il fiume – che attraversa il centro della zona – è causa di inondazioni.
Portsmouth è anche più vulnerabile, hanno aggiunto nel dare spiegazioni, visto che la maggior parte della città è situata su un’isola che non si trova a più di 3 metri sul livello del mare e densamente popolata.
Le proiezioni, realizzate da un nutrito gruppo di esperti, hanno dovuto tener conto di tutta una serie di misure e vincoli, tra cui la mancanza di fondi, cosa che ha complicato non poco la realizzazione del rapporto se si considera l’estensione delle coste: 12.500 chilometri.
“Gli scenari che abbiamo creato sono estremi, ma è una minaccia estrema quella ci troviamo di fronte”, ha osservato la Reed invitando il governo a cambiare modo di agire, di progettare e di costruire.