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UE: tagliare le emissioni di aerei e navi

La Svezia, alla presidenza di turno della UE, propone la revisione delle emissioni di CO2 del settore marittimo e navale, finora fuori dall’accordo globale del 1997, per apportare dei tagli del 20-30%

(Rinnovabili.it) – Sotto ‘tagliola climatica’ della Unione Europea potrebbero star per finire aviazione e nautica. Lo rende noto oggi Reuters, rivelando le intenzioni dei diplomatici UE di portare sui tavoli internazionali di negoziazione la richiesta di ridurre le emissioni di anidride carbonica dei due settori, rispettivamente, del 10% e del 20% rispetto ai valori del 2005. Aerei e navi sono tutt’oggi fuori da qualsiasi obbligo globalmente riconosciuto, in quanto non furono inseriti nel protocollo di Kyoto.
Dietro la proposta si cela la preoccupazione a livello europeo di una decelerazione verso Copenhagen e di conseguenza nei confronti di obiettivi della giusta portata per affrontare la crisi ambientale in atto. Fonti Ue hanno riferito che i tagli potrebbero essere collegati ad una carbon tax da applicare ai carburanti, anche se uno schema ‘cap-and-trade’ sicuramente riscontrerebbe una minore opposizione dai player del settore.
Gran Bretagna, Irlanda, Francia, Paesi Bassi, e la maggior parte degli Stati europei orientali hanno già indicato il supporto ad un target di riduzione del 20 per cento o più nelle emissioni navali, mentre nazioni ‘marinare’ come Malta, Cipro e Spagna si sono dichiarate a favore di tagli più leggeri. La proposta è stata presentata dalla Svezia, che detiene la presidenza di turno dell’Unione europea, e si basa su una relazione della Commissione. Dai primi calcoli effettuati l’Esecutivo Ue ha stimato che da entrambi settori si potrebbe generare entrate di 25 miliardi di euro l’anno entro 2020, con un’imposizione di un meno 30% rispetto ai livelli del 2005.

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