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UE: proposta per ridurre le emissioni industriali

La Commissione per l’Ambiente del Parlamento europeo ha espresso ieri il supporto alla proposta della Commissione UE per aggiornare e rafforzare le norme esistenti in materia di emissioni, per specifiche categorie di impianti industriali nel blocco dei 27, ma inserendo nuove disposizioni per l’introduzione dei limiti su scala europea a garanzia d’una maggiore flessibilità nella concessione dei permessi. Se approvata, la nuova misura obbligherà circa 52 mila impianti in tutta l’Unione a soddisfare determinati requisiti ambientali prima di ottenere l’autorizzazione ad operare. Nel dettaglio la proposta di revisione stabilisce che le autorizzazioni riguardanti impianti di combustione, di incenerimento dei rifiuti e di produzione di biossido di titanio possano essere concesse solo se soddisfatte le esigenze della protezione ambientale. La Commissione Ambiente ha accettato in linea di principio più severi valori di limite proposti dalla Commissione europea, tuttavia per migliorare la flessibilità ha raccomandato la modifica della procedura di definizione, consigliando inoltre di escludere gli impianti inferiori a 50 MW che operano per non più di 500 ore/anno.
Niente da fare invece per il tentativo d’assegnare un tetto di 450 g/ kWh alle emissioni di diossido di carbonio prodotte dalle nuove centrali termoelettriche e che avrebbe determinato l’ammissione nell’Unione Europea solo dei nuovi impianti misti, alimentati a carbone combinato con biomassa o dotati di tecnologia di Carbon Capture & Storage (Cc) per il sequestro della CO2. Bocciati anche un centinaio di altri emendamenti. Il prossimo passo spetta ora alla plenaria dell’Europarlamento per decretare l’inclusione o meno delle misure in questione nella direttiva UE sulla prevenzione e il controllo integrato dell’inquinamento industriale (Ippc) la strategia, europea per aumentare le “prestazioni ambientali” dei complessi industriali soggetti ad autorizzazione ambientale.

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