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UE: no alla modifica dei tetti CO2 dell’Italia

Approvato con modifica il PNA italiano. Barbara Hellferich, portavoce di Dimas, conferma per l'Italia 195,8 tonnellate di CO2

(Rinnovabili.it)- “I tetti sono stati definiti e adottati dalla commissione attraverso un processo basato sulla legislazione europea e non sono rinegoziabili”. Queste le parole che Barbara Hellferich, portavoce del commissario europeo per l’Ambiente Stavros Dimas, ha rivolto a Silvio Berlusconi in risposta alla richiesta che il Premier ha esposto in un comunicato scritto a Jose’ Manuel Durao Barroso.
Chiedeva nella presente lettera una eventuale “revisione” delle quote di emissioni di CO2.
Con la precedente approvazione del Piano Nazionale italiano per l’assegnazione delle emissioni di anidride carbonica previsto per il periodo 2008-2012, la Commissione Europea chiedeva però al governo di modificare la quota relativa alle emissioni di CO2
Nello dettaglio, dalle 209 tonnellate dichiarate nel PNA, l’Italia sarebbe dovuta arrivare, grazie ad un taglio del 6,3%, ad emetterne 195,8 rispettando in tal modo gli obiettivi del Protocollo di Kyoto.
La portavoce, pur affermando di “non aver visto la lettera”, ha confermato di aver appreso la notizia sui quotidiani italiani e non ha fatto tardare una replica.
Lo stesso Dimas aveva ribadito l’importanza del rispetto del programma per lo scambio delle quote di emissioni specificando che, a partire dai principi su cui lo scambio si fonda, si sarebbe valutato il piano dell’Italia attraverso gli stessi mezzi e le medesime valutazioni adottati per gli altri Stati membro dell’UE.
In merito alla situazione italiana ma anche a quella che si sta profilando per Polonia ed Estonia, la Hellferich ha comunque tenuto a far sapere che: “Il nostro approccio punterà a garantire la stabilità dell’attuale sistema del mercato delle emissioni (borsa emissioni). Ma la Commissione mira anche a garantire la certezza giuridica”.
Da palazzo Chigi intanto Bonaiuti ha fatto sapere che “il governo non ha mai chiesto al presidente Barosso di rinegoziare queste quote, ma gli ha semplicemente sottoposto il problema, chiedendo il suo personale interessamento per arrivare ad una soluzione condivisa”. “L’Italia è ovviamente impegnata nella difesa dell’ambiente, ma è altresì chiaro che si tratta di un problema di vitale importanza non solo per lo sviluppo del nostro paese, ma anche per mantenere eque condizioni di concorrenza all’interno dell’Unione Europea”.