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UE, l’impermeabilizzazione del suolo colpisce 252 ettari di terreno al dì

(Rinnovabili.it) – Il consumo di suolo ogni anno _divora_ una superficie pari all’area di estensione della città di Berlino, facendo posto a nuovi centri urbani e a nuove infrastrutture che compromettono la disponibilità di terreni fertili da utilizzare in agricoltura e che minano la sopravvivenza delle riserve idriche. A lanciare l’allarme un nuovo studio della Commissione europea che invita ad un triplice approccio per la riduzione del fenomeno dell’ *impermeabilizzazione del suolo* spingendo all’attenuazione degli effetti e alla compensazione delle ulteriori perdite di suolo cercando di limitare l’urbanizzazione. L’impermeabilizzazione si verifica quando il terreno, ricoperto da materiali che non permettono il passaggio dell’acqua come il cemento o l’asfalto ne determinano l’impoverimento biologico. Secondo i dati rilasciati dalla Commissione tra il 1990 e il 2000 nell’Unione Europea sono stati cementificati almeno 275 ettari di terreno al giorno, per un equivalente di 1.000 km² all’anno, la metà dei quali cementificati o asfaltati in maniera permanente.

“Il suolo è una risorsa indispensabile per diversi servizi ecosistemici da cui dipendono tutte le forme di vita sul nostro pianeta. Non possiamo permetterci di continuare a sacrificarne vaste porzioni a vantaggio della cementificazione. Nessuno ci chiede di frenare lo sviluppo economico o l’ottimizzazione delle nostre infrastrutture, ma abbiamo bisogno di un approccio più sostenibile in materia” ha dichiarato Janez Potočnik, commissario UE per l’ambiente.
Secondo il rapporto della Commissione negli ultimi anni l’impermeabilizzazione del suolo *è scesa da 272 a 252 ettari al giorno*, anche se lo sfruttamento del terreno prosegue a ritmi incessanti e preoccupanti. A tal proposito nel rapporto sono contenute le indicazioni per frenare il fenomeno, che si articolano su tre diversi livelli e invitano a “ *limitare* l’espansione dell’impermeabilizzazione del suolo ottimizzando la pianificazione territoriale o ridefinendo i sussidi che incentivano indirettamente l’impermeabilizzazione; *attenuarne* le conseguenze laddove l’impermeabilizzazione non può più essere evitata, ad esempio sostituendo l’asfalto o il cemento con superfici permeabili e costruendo “tetti verdi”; *compensare* le perdite attuando misure di recupero in altre aree, che possono concretizzarsi sotto forma di corrispettivi economici, come nella Repubblica ceca e in Slovacchia, oppure con una riqualificazione di terreni già impermeabilizzati”.
Tutti i suggerimenti andranno poi a completare un documento che, concentrandosi sul fenomeno dell’impermeabilizzazione, spera di offrire, entro il 2012, utili orientamenti che siano di stimolo alle autorità sia nazionali che locali e regionali per intraprendere politiche incentrate ad arginare le problematiche e limitarne i danni.

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