Rinnovabili

UE: Direttiva “20-20-20”, intera o spacchettata?

A poco meno di sette giorni dal vertice UE per il varo del pacchetto clima ed energia presentato dalla Commissione, non c’è ancora aria di accordo. Nell’ambito del negoziato il Governo italiano non retrocede dalle sue posizioni che vogliono alcune richieste irrinunciabili al fine di trovare un’intesa. Il braccio di ferro UE-Italia si concentra su cinque punti: includere nell’elenco dei settori europei che avranno accesso gratuito ai permessi di emissione di CO2 i settori industriali più vulnerabili CO2; un uso più ampio dei crediti generati dai progetti realizzati all’estero nell’ambito del meccanismo sullo sviluppo pulito; l’introduzione graduale del pagamento dei permessi nel settore termoelettrico per limitare gli effetti dell’aumento dei prezzi; nessun impegno vincolante definito su base annua e conseguenti meccanismi sanzionatori; una clausola di revisione generale nel 2010, per considerare i risultati della conferenza mondiale sul clima di fine 2009 a Copenaghen. Per questo il ministro Prestigiacomo, al termine del consiglio ambiente della UE, aveva fatto sapere che non escludeva l’ipotesi di uno “spacchettamento” dei provvedimenti. “Il caso dello spacchettamento potrebbe essere anche una soluzione se non venissero accolte le nostre richieste sulle due direttive più importanti ed impegnative che potrebbero esporre seriamente il nostro paese a rischi di delocalizzazione di imprese ed industrie” aveva affermato il ministro. Pronta la risposta della presidenza francese della UE, secondo la quale l’ipotesi evocata dall’Italia non è fondata. “Se il vertice dei capi di stato e di governo raggiungerà un accordo, ciò sarà sull’intero pacchetto clima ed energia, e non solo su singole parti” hanno fatto sapere alcuni fonti presidenziali “Il vertice non finirà senza conclusioni”.

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