Rinnovabili

Troppi impianti fotovoltaici a terra: lettera di Gancia a

L’eccessiva proliferazione degli impianti fotovoltaici a terra preoccupa anche la Provincia. Con una lettera al presidente del Consiglio dei Ministri e ministro dello Sviluppo economico Silvio Berlusconi, il presidente della Provincia di Cuneo Gianna Gancia segnala il problema emerso dal mondo produttivo cuneese non solo agricolo. Il documento è inviato anche al ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, alle Autorità per l’energia elettrica e gas, al presidente della Regione Piemonte Roberto Cota e all’assessore regionale all’Energia, Massimo Giordano.
“Unisco la mia alle molte voci che nella provincia di Cuneo si stanno levando – scrive Gancia – contro la proliferazione degli impianti fotovoltaici a terra (e non, invece, contro quelli installati sui tetti): voci del mondo produttivo, non solo agricolo, ma anche di cittadini, tanti, tantissimi cittadini che davvero non si riconoscono nello scempio che queste strutture stanno recando al territorio. So bene degli obblighi assunti dal Paese a livello internazionale in tema di produzione di energia da fonti sostenibili. So bene degli obiettivi che l’Unione Europea pone in capo ai singoli Stati Membri, fra i quali quello di arrivare ad un venti per cento di energia da fonti rinnovabili entro il 2020. E so del suo impegno affinché tali obiettivi possano conciliarsi con il buon senso, e non configurarsi come un’imposizione dall’alto, astratta dalle realtà locali. So, e condivido. Ma, anche prescindendo dalla contrastata storia più che decennale delle sovvenzioni “ex Cip 6”, un sistema d’incentivi che più d’una perplessità ha destato nella sua concreta applicazione negli anni scorsi per altri motivi, l’impressione mia, e non solo mia, è quella che ci troviamo dinanzi ad una “bolla speculativa” che poco ha a che spartire con la produzione di energia, bensì con una dissennata corsa al profitto: e meglio sarebbe parlare di corsa alla rendita, più che di corsa al profitto”.Il documento prosegue poi con una descrizione della situazione cuneese: “Una provincia agricola tra le più rilevanti del Nord Italia, nella quale la proliferazione d’impianti fotovoltaici a terra sta seriamente compromettendo territorio e paesaggio: 25 Mw autorizzati dalla Provincia, 35 in fase di autorizzazione, decine di ettari che di mese in mese sono via via sottratti alla produzione agricola per essere destinati ad attività che non esito a definire speculative e parassitarie e che in nulla o quasi concorrono alla produzione
energetica. Basti considerare che, a fronte di tali numeri, il contributo del fotovoltaico a terra al Bilancio energetico provinciale è attualmente pari allo 0,08 per cento. Un’inezia. Un’inezia che costa cara ai contribuenti e agli utenti, che in bolletta pagano integralmente questo inefficiente sistema d’incentivi.
Un’inezia che neppure serve alla causa, nobile, dell’aumento della produzione d’energia da fonti rinnovabili. Un’inezia che pesa come un macigno sul nostro territorio, profondamente deturpato”.
“Tutto questo – continua Gancia – senza che gli enti autorizzatori, in molti casi le Province, possano programmare o pianificare alcunché, limitatissime essendo le facoltà che la legislazione vigente assegna per approfondire davvero i benefici produttivi, nonché l’impatto ambientale o paesaggistico, e neppure le precarietà connesse al vincolo idrogeologico. Siamo in una situazione sempre più emergenziale che avrà ripercussioni pesantissime sull’intero settore primario. Sappiamo tutti delle sfide a cui il comparto agricolo è chiamato nei prossimi anni: sfide non più differibili, sfide di mercato e competitività, al pari di quelle a cui è inesorabilmente tenuto l’intero mondo produttivo italiano ed europeo. Anche da questo punto di vista giudico profondamente irrazionale esporre un settore già in criticità, anziché a possibilità di sviluppo economico, alle sirene di rendite parassitarie”. “I parchi fotovoltaici oggi nella mia realtà – conclude il presidente della Provincia – sono una fonte di reddito ben superiore alla produzione agricola: con il rischio serio, e già in atto, di trasformare un settore produttivo in un settore speculativo. Con quali prospettive? Temo catastrofiche, già nel medio periodo. Penso che prima e meglio di me già le siano state rappresentate codeste criticità e sono certa che non farà mancare la sua attenzione e il suo autorevole intervento”.

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