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Trasporto marittimo, l’inquinamento aumenterà del 200% entro il 2050

Il JRC ha pubblicato una relazione che offre una panoramica internazionale sul settore dei trasporti navali ricordando che senza una normativa specifica l'inquinamento legato al comparto è destinato ad aumentare

(Rinnovabili.it) – Ad oggi non esiste una normativa che regoli il trasporto marittimo internazionale e la problematica non passa inosservata. E’ infatti al momento in atto una consultazione tra gli esperti dell’IMO (Organizzazione marittima internazionale), come anche all’interno dell’UNFCCC, visto che le emissioni a carico del comparto raggiungono la percentuale del 4% di impatto sulle emissioni totali di CO2 registrate a livello globale, equivalenti a quanto generato, per fare un esempio, dalla Germania.
Prendendo in considerazione i gas ad effetto serra il marittimo risulta il più green tra i settori trasporti ma, senza una normativa specifica, si potrebbe presto avverare ciò che le previsioni paventano come un aumento dell’impatto sull’atmosfera che potrebbe crescere del 150-200% entro il 2050.
Il tema è affrontato nella relazione che il *Centro comune di ricerca* (JRC) della Commissione europea ha presentato quest’oggi, disegnando e descrivendo le attuali tecnologie a disposizione per la misurazione degli inquinanti emessi e passando poi all’analisi dell’opinione dei politici in proposito e le soluzioni che il panorama internazionale sta presentando per ridurre l’inquinamento prodotto dal comparto.

Il Commissario per la ricerca, l’innovazione e la scienza Máire Geoghegan-Quinn presentando la documentazione ha dichiarato “La relazione del JRC sottolinea la necessità di ridurre l’inquinamento prodotto dalle navi – oltre a quello prodotto da molte altre fonti – sia per contribuire a contrastare i cambiamenti climatici, sia per evitare gravi danni alla salute umana. La relazione esamina inoltre una serie di opzioni per realizzare le riduzioni necessarie, mediante una combinazione di innovazione tecnologica e politiche di mercato. Tale studio rappresenta anche un esempio perfetto di come il lavoro scientifico svolto dal JRC possa contribuire a orientare il progresso politico verso il conseguimento degli obiettivi dell’UE in materia di innovazione, nonché di quelli della strategia Europa 2020.”
Principale indiziato, accusato di contribuire per la maggior parte all’inquinamento atmosferico a carico dei trasporti marittimi, è ovviamente il carburante per via dell’alto contenuto di zolfo il cui consumo è stato invece limitato in alcune zone grazie agli accordi raggiunti dall’IMO. Grazie all’intesa in alcune aree del Mar Baltico denominate SECA (Sulphur Emission Control Areas) è possibile viaggiare utilizzando esclusivamente combustibili con tenori di zolfo pari allo 0,1%, limite da rispettare entro il 2015, come imposto dalla Legislazione europea che regolamenta anche la gestione dei porti europei.
Nella relazione tra le molte proposte di progetti per la riduzione degli inquinanti il suggerimento di estendere l’Emission Trading Scheme anche al trasporto marittimo internazionale offrendo una ulteriore possibilità di riduzione dell’impatto che il settore sta avendo sul Clima e un ulteriore spinta all’economia mondiale.