A gennaio la quantita’ di energia elettrica richiesta in Italia, pari a 27,3 miliardi di kilowattora, ha fatto registrare un calo del 8,5% rispetto ai volumi richiesti a gennaio dell’anno precedente: lo segnala Terna. C’e’ da dire peraltro che sul dato ha pesato anche il calendario delle festivita’ natalizie (in realta’, il grande rientro c’e’ stato il 10 gennaio). Nella nota, viene comunque evidenziato che un simile calo della domanda elettrica mensile venne registrato 34 anni fa, precisamente nell’agosto del 1975 con un -7,6%. Il profilo di gennaio, inoltre, ha registrato un calo dello 0,4% rispetto al mese di dicembre 2008. “Il risultato – si legge in una nota – ha risentito con segno contrapposto di due fattori: due giornate lavorative in meno rispetto a gennaio 2008 e di una temperatura media mensile piu’ fredda di un grado e mezzo”. A parita’ di calendario e temperatura, la variazione della domanda elettrica sarebbe pari a -8% (dato normalizzato). A livello territoriale la variazione della domanda e’ alquanto differenziata sul territorio nazionale, ma ovunque negativa: -9,7% al Nord, -8,6% al Centro e -6,2% al Sud. Il pesante calo dei consumi elettrici di inizio anno riflette la perdurante fase di debolezza della produzione industriale che, per il mese di gennaio, ha mostrato una flessione a due cifre secondo i dati del Centro Studi Confindustria. A gennaio 2009 il fabbisogno italiano di energia elettrica e’ stato coperto per l’85,9% con la produzione nazionale, e per il restante 14,1% con il saldo tra le importazioni e le esportazioni. In dettaglio, la produzione nazionale netta (24 miliardi di kWh) e’ diminuita del 10,7% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. In calo la produzione termoelettrica (-16,8%) e geotermoelettrica (-8,6%); in crescita, invece, la produzione idroelettrica (+35%) ed eolica (+1,9%). L’andamento negativo dei consumi elettrici non andra’ a incidere sulle attivita’ di sviluppo della rete previste da Terna. L’Autorita’ per l’energia elettrica e il gas infatti, riconoscendone la natura infrastrutturale, ha introdotto un meccanismo di “mitigazione” del rischio connesso alla prevista diminuzione dei consumi di energia elettrica. Il meccanismo, attraverso una “franchigia” di +/-0,5%, rende anelastici i ricavi tariffari di Terna rispetto all’andamento del fabbisogno elettrico garantendo in questo modo la continuita’ degli investimenti di sviluppo che la Societa’ ha programmato per potenziare e ammodernare la rete di trasmissione nazionale (2,6 miliardi di euro sul totale di 3,4 miliardi dal 2009 al 2013).