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Tecnologie “low carbon” protagoniste a Trieste

Si apre nel capoluogo friulano la tre giorni internazionale dedicata alle tecnologie a basse emissioni e a basso contenuto di carbonio. Tecnici e imprenditori a lavoro per produrre risultati fondamentali per la discussione politica del G8 di Siracusa

Un nuovo modello di sviluppo globale che incameri tutti gli strumenti già disponibili finalizzati alla sostenibilità energetica e alla riduzione dell’impatto della CO2. Questa la necessità dettata dagli attuali scenari planetari e ribadita oggi nel Forum internazionale di Trieste, l’incontro organizzato dal ministero dell’Ambiente in collaborazione con il ministero dello Sviluppo economico e Area science park per preparare il terreno “tecnologico” al G8 Ambiente di Siracusa del 22 al 24 aprile.
Al Forum, che si chiuderà il 5 aprile, partecipano i rappresentanti di 17 paesi, della Commissione Europea, dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, dell’Agenzia delle Nazioni Unite UNIDO, della Banca Mondiale, della Banca Europea degli Investimenti, della Banca Asiatica degli Investimenti, dell’OCSE e delle maggiori imprese mondiali dell’energia e dell’auto; tutti riuniti allo stesso tavolo per discutere di tecnologie innovative, in grado di assicurare entro i prossimi 20-30 anni una risposta adeguata alla crescente domanda di energia, e delle modalità di finanziamento per il loro sviluppo. Secondo il direttore generale del ministero dell’Ambiente Corrado Clini che ha introdotto i lavori del Forum “a livello globale per lo sviluppo di tecnologie innovative si va da una cifra di 14 mila miliardi di dollari in 15 anni, a oltre 50 mila miliardi di dollari in quarant’anni”.
L’impegno chiede innanzitutto una rapidità di azione, a livello politico ed imprenditoriale da cui non ci si può esimere, come sottolinea Roberto Menia, sottosegretario all’Ambiente: “In quanto rappresentante del governo italiano dico che abbiamo gli strumenti per avviarci verso la strada della sostenibilità energetica, sviluppando prodotti e servizi su larga scala. Per gettare le basi di un nuovo modello energetico, reso ancor più necessario dall’attuale crisi economica e finanziaria servono le idee, le capacità e la volontà della classe imprenditoriale e anche i politici devono fare la loro parte”.
Le strade da percorrere per ridurre le emissioni di carbonio – rinnovabili, risparmio energetico e nucleare di nuova generazione così come messe a fuoco dagli esperti dell’Agenzia internazionale sull’Energia – devono poter essere supportate da regole globali e di lunga durata che lo stesso Clini ha messo in evidenza: standard di “intensità di carbonio” per le tecnologie energetiche, un “ prezzo del carbonio” da applicare ai combustibili in relazione al loro contenuto di carbonio, il superamento delle barriere tariffarie alla diffusione delle tecnologie a basse emissioni e programmi di finanziamento a lungo termine per lo sviluppo delle “energie pulite” nei paesi in via sviluppo.
“Da questa sessione di studi – ha spiegato Sergio Garribba, consigliere per l’energia del Ministro dello Sviluppo Economico – emerge il fatto che esistono già tecnologie per far fronte al cambiamento del clima sul fronte dell’efficienza energetica e le fonti rinnovabili. Queste tecnologie sono disponibili, creano lavoro e sono parte di una politica antirecessiva che viene adottata da molti Paesi, tra cui l’Italia”.
La prima giornata è stata anche lo sfondo per l’annuncio di un protocollo d’intesa tra il ministero dell’Ambiente e la regione Friuli Venezia Giulia finalizzato alla realizzazione di progetti pilota in aree montane affinché possano essere servite da una rete elettrica alimentata da fonti rinnovabili.