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Tasse ambientali. Chi paga di più in Europa?

Pubblicate da Eurostat le statistiche ambientali per l’anno 2008. Tra i dati riportati anche quello sulle “envirnmental taxes” che per l’UE27 risultano ricoprire il 2.4% PIL comunitario

(Rinnovabili.it) – L’edizione 20101 della “Environmental statistics and accounts in Europe” a cura di Eurostat arriva puntuale anche quest’anno per informare i cittadini europei sui fattori chiave che determinano lo stato di salute dell’ambiente comunitario. Acqua, rifiuti, tasse ambientali, ma anche il numero di uccelli selvatici o i fertilizzanti impiegati in agricoltura. Attraverso l’analisi di questi parametri l’ufficio statistico di Bruxelles aiuta a monitorare e valutare le politiche ambientali del vecchio Continente e, in particolare, quelle contenute nella strategia al 2020 per una crescita intelligente, inclusiva e sostenibile.
Fra le tante statistiche presentate nel rapporto, interessanti appaiono soprattutto quelle dedicate _all’environmental taxes_ e alla percentuale del Prodotto Interno Lordo che esse rappresentano nei vari Pesi membri.
Nella definizione di tali contributi gli analisti hanno incluso tre voci: le *tasse sull’energia* (prodotti energetici per i trasporti, specifici per l’uso in sito e gas naturale) le *tasse sui trasporti* (sul possesso e l’uso di veicoli a motore e quelle su altri mezzi come gli aerei da trasporto) e le *tasse su inquinamento e risorse* (comprendente le imposte sulle emissioni non-CO2, la gestione dei rifiuti solidi, la produzione e l’uso delle risorse naturali).
E osservando le tabelle riportate nel documento si nota subito come nei Ventisette la più alta quota di imposte ambientali rispetto al PIL, nel 2008, sia stata quella mostrata da Danimarca (5,7%), Paesi Bassi (3,9%), Bulgaria e Malta (entrambe 3,5%). All’altra estremità della scala appaiono invece le basse percentuali di Spagna (1,6%), Lituania (1,7%), Romania (1,8%) e Lettonia (1,9%).
Le tasse sull’energia occupano il 72% del totale delle imposte nel totale europeo, seguite dal 23% di quelle sui trasporti e quindi dal solo 5% sull’inquinamento. In tal senso i più alti livelli di tassazione dei prodotti energetici appaiono trovarsi in Lituania, Lussemburgo e Repubblica Ceca (tutti al 93% del totale delle imposte ambientali), mentre sono sopra la media europea in fatto di dazi su inquinanti e risorse Danimarca (31%), Paesi Bassi (17% ) e Estonia (14%).
Per il Bel Paese c’è una posizione decisamente in linea con la media UE: il suo 2,43% sul PIL nazionale risulta essere costituito per un 78,3% da imposte sull’energia, un 20,4% da quelle sui trasporti e solo un 1,3% per ciò che riguarda inquinamento e utilizzo delle risorse.