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Sulla crisi del clima maggiore voce a Regioni e Città

Il presidente della Regione Toscana Claudio Martini, nel convegno plenario che ha riunito i rappresentanti del Comitato delle Regioni (CDR), richiama l'attenzione dell'UE

(Rinnovabili.it) – Le scelte che il Governo Nazionale ha in serbo per risolvere le sfide dettate del clima e le sue dirette conseguenze, non devono e non possono più essere ad appannaggio del potere decisionale di “pochi”.
La questione, che è stata oggi tema di dibattimento per i rappresentanti del Comitato delle Regioni (CDR), l’organo consultivo degli enti locali e regionali d’Europa, ha visto anche la partecipazione del Presidente della Regione Toscana Claudio Martini, che ha espresso a riguardo parere concorde con la rappresentante dei sindaci Usa Elizabeth Kautz.
Modificare vecchi propositi ed affermare obiettivi nuovi ed esemplari, affinchè sia possibile quanto meno ipotizzare un futuro sostenibile per il nostro Pianeta, significa, anzitutto, attuare una rivoluzione “dal basso” che incroci le necessità singole delle realtà in cui vivono i cittadini “e della loro esperienza che ci dice molto di più di tanti software”.
Offrire maggiore voce in capitolo a Città e Regioni è quanto serve per individuare le soluzioni specifiche alle questioni ambientali locali, ma allo stesso tempo, risulta essere prioritario nello stabilire legami più forti con le realtà politico-ambientali nazionali, e a livello sovranazionale, per avere riconosciuti diritti e doveri ampiamente esposti nelle leggi quadro della Comunità Europea.
”La richiesta che avanziamo all’Ue – ribadisce il Presidente della Regione Toscana – di coinvolgere nell’elaborazione delle politiche per la lotta ai cambiamenti climatici anche le città e le regioni, parte da un concetto molto semplice, cioè che ogni territorio è diverso dall’altro e c’è bisogno in ogni singola realtà di attuare politiche diversificate”.
In conclusione, Martini ha espresso il suo disaccordo con quelli che ritengono sia oggi prioritario preoccuparsi della crisi del settore economico, piuttosto che avanzare discussioni decisive per le tematiche sul clima.
Vista sotto un’altra ottica, la crisi potrebbe avere un riscontro positivo proprio per l’ambiente, in quanto, come sua diretta conseguenza si è avuta una discreta riduzione nel consumo di energia, il che si è tradotto proporzionalmente in una diminuzione nelle emissioni di CO2.

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