(Rinnovabili.it) – Un “rapporto britannico”:https://www.comeap.org.uk/images/stories/Documents/Reports/COMEAP_Mortality_Effects_2010.pdf torna a puntare il dito sulla pericolosità degli effetti del smog nei confronti della salute umana. Il documento, redatto dalla _Committee on the Medical Effects of Air Pollutants_ (COMEAP), analizza gli effetti dell’inquinamento atmosferico soffermandosi sull’influsso negativo del particolato fine presente nell’aria che respiriamo, noto come PM ~2,5~, un sottoinsieme del più comune PM ~10~, proveniente in gran parte dagli scarichi dei veicoli e dall’usura di pneumatici e freni.
Secondo i dati analizzati dagli esperti che hanno preso come riferimento la Gran Bretagna le sostanze nocive disperse hanno, dal 2008 ad oggi, causato la morte prematura di almeno 200mila persone. Ma i dati rilasciati non sono solo negativi: le previsioni annunciano che, qualora la concentrazione di particolato nell’aria dovesse diminuire fino a raggiungere un microgrammo per metro cubo si otterrebbe un allungamento della vita conteggiato alla nascita di almeno 20 giorni, che va a contrastare l’attuale bilancio negativo di meno sei mesi nell’aspettativa di vita. Qualora si verificasse l’abbassamento della percentuale di particolato nell’aria nel Regno Unito si andrebbero quindi a guadagnare quattro milioni di anni di vita sul totale della popolazione nell’arco dei prossimi cento anni. nel caso in cui venisse invece eliminato esclusivamente il particolato prodotto dall’azione antropica la previsione passa da 40 a 36,5 milioni di anni di vita calcolati nello stesso periodo.
Il Presidente del COMEAP, il professor Jon Ayres, ha così commentato: “La relazione mostra chiaramente che l’inquinamento atmosferico da particolato continua ad avere un effetto significativo sulla salute nel Regno Unito. E, soprattutto, che ridurre le concentrazioni di questo inquinante comporterebbe vantaggi significativi per la salute pubblica”.