(Rinnovabili.it) – In origine erano i “palloncini fotovoltaici” della statunitense Cool Solar Earth, specchi gonfiabili 400 volte più economici dei convenzionali eliostati. Poi fu la volta dei piccoli areostati “SunHope”:https://www.rinnovabili.it/sunhope-il-fotovoltaico-galleggiante-e-stato-brevettato-400709 realizzati dall’israeliana Technion con un nuovo tessuto spalmato di celle a film sottile. Ora tocca a “Stratosolar”:https://www.stratosolar.com un concentratore piano gigante disegnato per raccogliere l’energia solare dalla stratosfera grazie ad una struttura composta da specchi esagonali dalla superficie sferica.
Simile ad un alveare galleggiante, lo speciale modulo è mantenuto in aria attraverso un tubo gonfiabile lungo 20 km e riempito di idrogeno; quest’ultimo ha il duplice compito di controllare l’allineamento del concentratore con i raggi solari e di portare a terra l’energia solare termica catturata.
Una struttura di controllo provvede a monitorare l’impianto e a stoccare il calore che tramite tradizionali turbine a gas viene convertito in elettricità. Il concept, spiegano gli ingegneri che hanno lavorato al progetto, ha *il potenziale per raggiungere una capacità di 1 GWe.* Ma quello su cui puntano realmente i progettisti è l’economicità dell’impianto, sia perché Stratosolar impiega unicamente materiali a basso costo presenti sul mercato e tecnologie già collaudate, sia perché ogni metro quadrato di specchio possiede un’efficienza sei volte superiore a quella attualmente posseduta dagli eliostati degli impianti termodinamici a terra. La società californiana stima che la tecnologia costerà inizialmente 0.06 centesimi di dollaro al kWh, e meno di 0.01 c/kWh una volta matura.