Tra le principali tecnologie esistenti, i *sistemi di accumulo energetico*, in grado di supportare il crescente sviluppo delle fonti di energia rinnovabile in un’ottica di miglioramento ‘sostenibile’ della mobilità stradale e della produzione elettrica nazionale, meritano sicuramente un’attenzione particolare.
Ne hanno parlato ieri alcuni esperti dell’Enea che, durante un workshop organizzato presso la sede dell’_Agenzia Nazionale_ a Roma, hanno potuto presentare i risultati delle loro ricerche – svolte in collaborazione con alcune delle maggiori università italiane, sia nell’ambito dei _sistemi di accumulo per la trazione elettrica stradale_, (tra cui gli studi sulle batterie al litio, i supercondensatori, le varie tipologie di auto elettriche ed i veicoli ibridi), che dei _sistemi stazionari applicabili alle reti elettriche_,(dove sono stati analizzati gli accumuli energetici a servizio del sistema elettrico nazionale in accoppiamento con le fonti rinnovabili).
In particolare, nel corso del convegno, è emersa una concentrazione delle attività di ricerca sui materiali che costituiscono gli accumulatori di litio, con lo scopo di ottenere delle maggiori “prestazioni energetiche” da batterie più leggere, più piccole e più economiche rispetto a quelle attuali destinate al settore della mobilità elettrica stradale.
Secondo Giovanni Pede, capo del laboratorio “_Veicoli a basso impatto ambientale_” dell’Enea, -“Fra dieci anni le batterie per l’auto elettrica saranno quattro volte più leggere e quattro volte più autonome di quelle oggi disponibili. Un bel passo avanti rispetto a dieci anni fa quando queste tecnologie pesavano già due volte più delle attuali ed erano in grado di avere un’autonomia di percorso su strada la metà di quelle di oggi.”
“Lo scenario che si apre per la mobilità in città è importante” – prosegue Pede – ma già oggi abbiamo ottenuto batterie che pesano la metà e fanno il doppio della strada di una decade fa”.
Per ciò che riguarda invece la ricerca sugli _usi stazionari degli accumulatori_, gli studi hanno dimostrato la necessità di integrare questi sistemi nella rete elettrica italiana. L’ENEA sta infatti puntando molto su un miglioramento progressivo dell’efficienza della rete in abbinamento con le fonti rinnovabili che, proprio per la loro specifica _densità energetica_, insieme ad una peculiare _disponibilità aleatoria_ e ad un’_intensità di corrente variabile nel tempo_, renderebbero necessario un posizionamento strategico delle _batterie_ in corrispondenza degli “_impianti alternativi_” integrati nel sistema elettrico per un _livellamento dei picchi di assorbimento_ (peak shaving).
“L’accumulo elettrico stazionario rappresenta una nuova dimensione della rete elettrica del futuro. Il sistema di accumulo elettrico si sta infatti spostando da _concentrato_ a _distribuito_” – sostiene Mario Conte, esperto di sistemi di accumulo presso l’ENEA.
Dalla concentrazione delle sorgenti primarie delle grandi centrali alimentate con fonti fossili, si cerca quindi di sviluppare progressivamente un sistema elettrico nazionale basato sulle _smart grids_.
Purtroppo, secondo quanto dichiarato da Romano Giglioli professore ordinario presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Energia e dei Sistemi dell’Università di Pisa, “i sistemi di accumulo al litio presentano ancora degli aspetti attualmente problematici: costano troppo, non hanno una vita eccessivamente lunga ed i tempi di ritorno di un possibile investimento in questo senso sono ancora troppo lunghi.”