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Stern: la crisi climatica pone più rischi di quella finanziaria

Si è concluso sabato il vertice annuale tra Asia e Europa (Asem), all’interno del quale i 27 leader europei e i 16 asiatici hanno approvato tre documenti sulla crisi finanziaria, i cambiamenti climatici e lo sviluppo sostenibile. I Paesi si sono trovati d’accordo (sulla carta) sull’importanza di sviluppo economico che tenga conto della qualità ambientale e che proceda di pari passo con il crescere di una sostenibilità incentivata dagli organismi internazionali mentre la Cina ha dichiarato di voler perseguire un patto sul cambiamento climatico. E in attesa che la conferenza Onu sui cambiamenti climatici (dall’1 al 12 dicembre), e la conferenza di Copenaghen di fine 2009, detti un accordo che si traduca in azioni reali, Nicholas Stern, ex economista al Tesoro britannico, torna oggi sull’argomento crisi del clima/crisi del credito per mandare un importante messaggio: tardare le misure contro il “climate changing” può portare a rischi di gran lunga maggiori di quelli che si corrono a causa della crisi finanziaria globale. E proponendo l’introduzione di misure fiscali per l’investimento nella crescita ecologicamente sostenibile Stern ha aggiunto: “E’ una lezione molto importante, contrastare in anticipo i rischi”. Secondo l’ex-vicepresidente della Banca Mondiale si presenta ora l’opportunità di introdurre un nuovo e più ecologico ordine mondiale per la riduzione delle emissioni di CO2 e “la lezione che possiamo trarre da questa recessione, è che possiamo spingere la domanda nel miglior modo possibile concentrandoci sulla crescita basata su basse emissioni di CO2 in futuro”.

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